2013

Gabbiadini: «Paghiamo ancora il derby, fiducia da ritrovare»

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E’ stato un po’ il trascinatore di quest’inizio di campionato, ma adesso sta facendo un po’ fatica: Manolo Gabbiadini è pronto a trascinare la Samp fuori dalle acque torbide della zona retrocessione e racconta le sue sensazioni sul momento blucerchiato in un’intervista. Si parte innanzitutto dal bilancio di squadra: «I numeri dicono tre punti in sette partite. Però io non ho perso la fiducia nella squadra della quale parlavo qualche tempo fa. Il nostro avvio di stagione è pesantemente condizionato dal derby sbagliato, ne stiamo ancora pagando le conseguenze – racconta l’attaccante blucerchiato a “Il Secolo XIX” – Inevitabilmente le critiche ci sono piovute addosso da tutte le parti ed abbiamo perso un po’ di fiducia, sopratutto noi giovani. E come succede in situazioni come questa, spesso gli episodi non ti danno una mano. Anzi, basti pensare alla rete non convalidata a Pozzi contro il Torino: non mi era mai capitato un episodio del genere… Sono convinto che questa Samp abbia grandi potenzialità, ancora inespresse».

E’ quindi il derby a pesare ancora nella testa dei giocatori: «Quel giorno sono stati più bravi ed esperti di noi. Noi abbia fatto tutto, nel senso della partita, ma loro hanno segnato i gol. Quelli che contano». Di sé, Gabbiadini non vuole troppo parlare: «A calcio si gioca in undici. Non è mai il “momento” del singolo, ma semmai il “momento” della squadra, alla quale si adeguano i singoli – commenta l’attaccante – Quindi, complessivamente, è un “momento” così. Sto facendo un po’ di fatica e lo sto patendo, perché dentro ho voglia di vincere». Forse la mancanza di esperienza e l’età giovane della squadra sta creando qualche problema: «Non c’entra. Non è e non può essere un alibi, anche se l’età è uno di quei fatto che nel calcio viene valutato dall’esterno in base ai risultati – dice Gabbiadini, alla Samp da luglio scorso – Lo sbaglio ci sta, ma non è una scusante. Conosco le qualità dei miei compagni e proprio per questo ho fiducia nella Samp».

Qualche acciacco fisico anche per Gabbiadini nelle ultime settimane: «Questo fa parte del gioco. La Serie A è un campionato tosto: se non sei Messi, devi essere sempre al top, fisicamente e mentalemente, per rendere. Però non c’è mai stato nessun problema – confessa l’ex Atalanta e Bologna – Anzi, non mi piace proprio che possa passare questo tipo di messaggio. So di non aver dato il meglio nelle ultime partite, so che posso e devo far meglio. So che voglio vincere con la Sampdoria e non ci sto riuscendo». Il dilemma è anche sulla sua posizione, se si esprima meglio da prima o da seconda punta: «Giocando con due come stiamo facendo adesso, davanti ad un trequartista, non c’è una vera prima punta ed una seconda punta. Là davanti ci si dà sempre una mano. Penso che questo dilemma, poi, sia una conseguenza del momento negativo. Nel calcio non funziona così – spiega il centravanti, 22 anni – quando le cose non funzionano si va in cerca dei “colpevoli” oppure delle problematiche tattiche. E’ chiaro che questa domanda non ci sarebbe se le cose andassero bene. Mi trovo bene in entrambi i ruoli, ma bisogna tener conto di alcune variabili: dell’andamento della partita, dello schieramento avversario, del compagno. Se gioco vicino a Pozzi, resto più indietro; se gioco con Eder, avanzo».

C’è un esempio di attaccante moderno secondo Gabbiadini: «Il calcio è cambiato. L’anno scorso ho seguito con attenzione Cavani, una punta che nel Napoli di Mazzarri eseguiva veramente le due fasi. Per essere così, è fondamentale essere al top fisicamente – racconta Gabbiadini, a segno in A con tre maglie diverse – E lo stesso doppio lavoro lo fanno anche gli attaccanti della Juve. Ormai una punta deve difendere ed attaccare, altrimenti si soffre per l’equilibrio di squadra». Prandelli non l’ha chiamato questa volta: «So che per arrivare a qualcosa di importante, devo fare qualcosa di importante con la Sampdoria. Non sono stato convocato e me lo sono meritato – ammette Gabbiadini – Nelle ultime partite non ho dato il meglio. Bisogna essere onesti, capire quando qualcuno si merita o meno qualcosa». Domanda di chiusura sul fatto se Gabbiadini si riveda o meno alla televisione: «No. E poi ho sempre in testa i miei errori, so dove ho sbagliato. E per questo lavoro per migliorare. Però se manca la fiducia, in generale, manca tutto».

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