2013

Gabbiadini: «Mi aspetto un “Ferraris” carico, sto molto bene»

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Manolo Gabbiadini è già al suo bivio: sabato sera, affronterà la squadra che detiene l’altra metà del suo cartellino, la Juventus campione d’Italia uscente. Intanto, però, lui ha già dimostrato come nella Samp ci può stare tranquillamente, anzi: può essere determinante per le sorti del destino blucerchiato. Anche se lui non si aspettava un inizio del genere: «Volevo iniziare bene, ma a dire la verità neanch’io immaginavo di stare così bene – esordisce ai microfoni de “Il Secolo XIX” – solitamente dopo la preparazione estiva faccio un po’ fatica. Invece quest’anno va tutto benissimo. Devo ringraziare anche i compagni, mi stanno dando una grossa mano». Già molti gol nel pre-campionato, ma il più bello è sicuramente quello all’OM: «Sì, quello di testa – precisa Gabbiadini – specie perché è stato il primo al “Ferraris”».

Un “Ferraris” che sarà pronto ad accogliere la Juve in maniera adeguata: «Mi aspetto uno stadio carico. Dopo che uno gioca a Marassi – afferma l’attaccante – gli altri sono davvero poca cosa. C’è la gente attaccata, la senti, è molto bello». Il cartellino di Gabbiadini è a metà tra le due squadre, ma l’ex Bologna la vede come una partita normale: «Una partita come le altre, anche perché non ho mai giocato con la maglia della Juventus – dice il centravanti – una partita importantissima, ma come tutte le altre». Se si segna, quindi…: «Prima vediamo se riesco a segnare…». La difesa della Juve sarà un osso duro, ma Eder e Gabbiadini potrebbero metterla in difficoltà: «Sono molto bravi, non a caso sono tutti in Nazionale – afferma l’attaccante blucerchiato – però sono persone e come tali possono sbagliare. Dobbiamo cercare di essere pronti».

La famiglia Gabbiadini potrebbe seguire il figlio allo stadio: «Sì, ci saranno mio papà e mia mamma. Mia sorella invece mancherà, perché deve giocare domenica». Manolo è sempre stato un ragazzo umile. Lo stesso d.s. Osti racconta che, quando era all’Atalanta, l’attaccante – nonostante avesse firmato il primo contratto da professionista – continuava a lavorare: «In un’officina per auto. E’ una passione – confessa Gabbiadini – e ho la fortuna di avere dei parenti proprietari di un’officina, vicino Bergamo. Si chiama Officina Gabbiadini: così faccio un po’ di pubblicità. Facevo un po’ di tutto, qualche lavoretto impegnativo ho imparato a farlo». Tornando al pallone, il ragazzo sa che deve fare passi avanti: «Devo migliorare ovunque». Da buon mancino, usa solo un piede, ma il destro non lo usa molto: «E’ qui con me. Me lo porto appresso… (ride, ndr)».

Qualche messaggio d’apprezzamento è arrivato in vista della gara contro i campioni d’Italia: «Sì, tanti davvero, anche di ragazzi che hanno giocato con me in passato». Tra cui un nome che i tifosi sampdoriani non hanno dimenticato: «Zaza, che non è rimasto – dice Gabbiadini, prima stagione alla Samp – eravamo a Bergamo nel settore giovanile. Purtroppo, in realtà, quando giocavo io non giocava lui e viceversa». Se Zaza ha detto addio a Genova, il numero 11 blucerchiato si è accasato: «Sì, tra Nervi e Quinto. Non sul mare, ma è una bella zona». Ultima confessione sulla tecnologia. Gabbiadini è un patito e, tra i giochi preferiti, ne ha uno in particolare: «Si chiama Football Manager. E’ bellissimo – confessa l’attaccante – prendi una squadra di Serie A, fai il mercato, la metti in campo come preferisci. Ho preso la Sampdoria ed è chiaro che mi schiero… ho perso al debutto, ma non vi dico contro chi». Speriamo possa aver più fortuna sabato sera.

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