2015

Franceschini: «Mi aspettavo un Eto’o più determinante. Cassano e Pazzini? Il sogno di tutti»

Pubblicato

su

Quattro anni vissuti ad alti ritmi, prima con Mazzarri e poi con Delneri, culminati con la conquista del preliminare di Champions League. Nel mezzo tanta corsa e tanto sacrificio a difesa dei colori blucerchiati e una finale che ancora fatica a digerire. Abbiamo contattato Daniele Franceschini per approfondire alcune delle tematiche più calde del mondo blucerchiato.

Punto di partenza, il cambio di guida tecnica: «Penso sia stata fatta la scelta giusta – esordisce l’attuale tecnico degli Allievi Nazionali della Lazio – Mihajlovic aveva l’ambizione di misurarsi in una realtà importante come quella del Milan. Zenga è un allenatore che ha accumulato tanta esperienza all’estero e anche in Italia aveva fatto bene. Ha una grande capacita d’adattamento, è una allenatore di grande personalità. Penso sia stata fatta la scelta migliore».

Ad affiancare Zenga ci saranno Gigi Cagni e l’amico Claudio Bellucci. «L’allenatore oggi ha bisogno di molte più figure che lo coadiuvano, la specializzazione è il futuro. Cagni metterà la sua esperienza a disposizione di Zenga; dall’altra parte ci sarà Bellucci che metterà a disposizione la sua esperienza e l’innovazione che ogni giovane allenatore porta in dote. Sono molto amico con Claudio, l’ho sentito per complimentarmi e mi ha esternato il suo entusiasmo per la nuova esperienza».

Oggi il primo giorno a Ponte di Legno. Può essere un problema la preparazione anticipata per il prosieguo della stagione? «Non penso, dipende dalla tipologia di lavoro che adotteranno. Oramai si tende a caricare meno nei ritiri. Dal punto di vista mentale può essere logorante durante la stagione, ma dipenderà molto anche dall’entusiasmo e da come ci si troverà in classifica, ma dal punto di vista fisico non penso sia un problema».

Mercato nel vivo, già molte operazioni per la Samp: «Dispiace per l’addio di Eto’o, avrei voluto vederlo più determinante. Magari la seconda stagione avrebbe fatto meglio. Fra gli arrivi sono curioso di vedere Bonazzoli, è un giovane interessante. Questo é un segnale importante, cercare di prendere giovani da lanciare. Il mercato è nel vivo, vedremo come si svilupperà. Le cessioni di Obiang e Rizzo sono legate a valutazioni tratte dalla società. L’intenzione è quella di monetizzare per trovare nuovi giovani da lanciare».

Si continua a parlare dei possibili ritorni di Pazzini e Cassano«Sono grandi campioni, abbiamo vissuto belle stagioni insieme. Cassano ha una classe innata ed è motivato a tornare a Genova. Pazzini alla Samp ha vissuto una delle stagioni più belle. Sarebbe il sogno di tutti rivederli alla Samp, chissà, sono situazioni difficili ma quel che è certo è che sono due giocatori che farebbero ancora la fortuna di tante squadre».

Quattro anni in blucerchiato, sempre impressi nella mente. «L’ambiente blucerchiato è unico. Sia con Mazzarri che con Del Neri abbiamo vissuto ottime annate, conquistando con l’uno l’Europa League e con l’altro la Champions. In casa era sempre una gioia giocare davanti ai nostri tifosi, dove spesso e volentieri vincevamo con due o tre gol di scarto. Il ricordo più bello è certamente il derby vinto che è uno dei derby più spettacolari. Ma più in generale ricordo il contorno del tiro sampdoriano, che penso sia unico. Il rammarico? Certamente la finale di Roma contro la Lazio, è stata dura digerirla, soprattutto per me, all’età di 33 anni poteva essere la ciliegina sulla torta della mia carriera. Peccato, perché avevamo meritato durante la finale, ma le finali sono cosi. È stato comunque un onore giocarla».

 

di Gabriele Corso @gabrosky_93

Exit mobile version