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Flachi scagiona Montella: «Samp più forte del Genoa, ma manca un leader»

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Alla fine siamo arrivati al momento che nessuno si sarebbe augurato arrivasse: derby salvezza, a caricare di ulteriore significato e pesantezza una gara che già da sola porta con sé la tensione di un campionato intero. Niente calcoli, testa a Marassi e tre punti obbligatori, per dare un’ultima e piccola gioia ai tifosi della Sampdoria in un finale di stagione davvero da incubo. E tra i tifosi che sperano di vivere un’ultima gioia per chiudere col sorriso questo campionato c’è anche Francesco Flachi.

«Io il derby lo vivo più che altro in una dimensione affettiva in questo momento non scendendo in campo. Non è una partita facile, la Sampdoria si è complicata un po’ il calendario perché poteva arrivare prima a salvarsi. Ora la matematica non è dalla parte della Samp perché le prossime partite sono una più brutta dell’altra. Bisogna riuscire a fare almeno un punto per pensare così tranquillamente al futuro. Nella Sampdoria ci sono ottime qualità, un anno sfortrunato ci può stare ma da queste situazioni si deve imparare che non si può arrivare con giocatori così forti in certe situazioni di campionato. Sia a livello mentale che a livello di campionato bisogna dare qualcosa di più».

Si parla sempre del cambio di allenatore come problema fondamentale di questa stagione, ma è stato effettivamente così?
«In campo vanno i giocatori e non gli allenatori, sono i giocatori che determinano tutto. La Sampdoria ha cambiato e ha preso un allenatore che in prospettiva più diventare il migliore. Il problema secondo me deriva dal fatto che non tutti hanno dato il massimo, ragazzi che al di là delle prime quattro squadre possono giocare ovunque. I giocatori devono capire quanto hanno dato: sono ragazzi che dalla sesta squadra in giù non ha nessuno».

Altro argomento tra i tifosi, la presunta assenza di un leader in campo. Qualcuno l’ha individuato in Viviano: sei d’accordo?
«Meno male che Viviano ha parato quei due rigori altrimenti non so come sarebbe andata a finire! Viviano ce l’ha dentro, è un ragazzo genuino che dice quello che pensa e si assume le proprie responsabilità e sarebbe il trascinatore più indicato. Alle volte però bisognerebbe essere più di uno. Però se sono convinti tutti i ragazzi di quello che stanno facendo basta un solo trascinatore. Però noi si sta parlando solo a sensazione e sulla base di quello che si vede dalle partite. Per quello che ho visto e imparato nella mia carriera qui non c’è un gruppo unito. Quando una squadra ha dei giocatori importanti e si trova in certe situazioni, posto che la società c’è e l’allenatore pure, c’è qualcosa che non va all’interno. Non è facile. Ma da ex giocatore dico che quando ci sono queste situazioni vuol dire che il gruppo non è unito. Se al derby ci arrivi con la testa libera hai alta probabilità di vincere, altrimenti tutto può succedere».

Quindi il Genoa parte avvantaggiato domenica…
«Ma è normale, è normale. Anche il Genoa non ha una brutta squadra eh, sicuramente la Samp ha molta più qualità ma spesso la testa fa molto più delle gambe».

In chiusura, al di là delle legittime preoccupazioni dovute alla matematica, la Sampdoria gode di un certo margine sulle inseguitrici. Davvero può non dirsi ancora salva?
«Finché non vedo la matematica ho paura di quello che può succedere. Carpi e Palermo sono a 35, il Carpi è abituato a lottare quindi ha una mentalità diversa. Le motivazioni faranno la differenza»

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