2015
Flachi e la gara celebrativa: «Ora si può fare. La promozione…»
Ieri c’era un ospite d’onore a Bogliasco: Francesco Flachi ha posato con Angelo Palombo e Lorenzo De Silvestri tenendo in mano una maglia rossocerchiata dedicata appositamente a lui. E ancora oggi l’ex 10 rimane uno dei goleador più prolifici nella storia del club, rimanendo dietro solo a Mancini e Vialli. In fondo, come ha ribadito lo stesso Flachi, la Sampdoria è ancora casa sua.
CELEBRATION – Si attende con ansia la sua partita d’addio, che con Ferrero ha qualche possibilità in più di realizzarsi: «Forse è la volta buona che riusciamo a fare la mia partita celebrativa. Non voglio definirla di addio al calcio, ma di saluto alla mia gente. In passato se n’era parlato più volte, ma per un motivo o per l’altro non siamo mai arrivati al dunque. Gli anni sono passati e siamo ancora qui». Oggi c’è invece ottimismo per questa gara: «Forse ci siamo e appena avremo definito con la società tutti gli aspetti organizzativi, contatteremo tutte le autorità competenti per sistemare ogni dettaglio. Nelle mie intenzioni, l’evento dovrà essere un gesto a favore degli alluvionati di Genoa e degli scienziati impegnati nella ricerca sulla Sla».
RICORDI – Parlare di date sembra prematuro, ma c’è una chance per il 31 maggio se il Parma non dovesse più andare avanti fino a fine campionato. E la mente corre a tutte le prodezze in blucerchiato. Sopratutto a quelle del 17 maggio 2003, nella serata che valse la promozione in A: «Uno dei ricordi più belli della mia carriera perché finalmente tornavamo in A dopo quattro anni – ricorda Flachi, come riporta “Il Corriere Mercantile” -. Io avevo firmato per la Samp nella primavera del 1999 e mi ero trovato in B. Per due stagioni avevamo mancato la promozione da quinti e per un punto. Alla terza avevamo anche rischiato la retrocessione, mentre nella quarta riuscimmo a risalire».
EREDI – C’è anche un ultimo pensiero che va al figlio Tommaso, magari lanciandosi proprio in blucerchiato: «Il mio Tommaso sta cominciando a giocare. Sul piano fisico siamo identici, spero che riesca a divertirsi come mi sono divertito io. Se possa o meno diventare un campione, non sta a me dirlo».