2015

Flachi e i suoi 40 anni: «Samp? La cosa più bella che mi sia capitata»

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Ieri ha celebrato un compleanno importante, quello dei quarant’anni: Francesco Flachi, simbolo della Sampdoria nei primi anni 2000, non verrà mai dimenticato dai tifosi blucerchiati. E la cosa è reciproca, visto che l’ex attaccante non manca mai di sottolineare il legame con la piazza genovese, con la quale ha vissuto la B, la A, la Coppa Italia e anche la gloria europea della Coppa Uefa: «Sono stato bene alla Sampdoria, perché ci ero arrivato in un momento difficile della mia carriera. A Firenze non riuscivo a rispettare le aspettative enormi sul mio conto, sorte fin da quando ero poco più di un bambino. Dovevo ricominciare da una squadra prestigiosa, ma firmai quando era in A e giocai la prima partita di campionato a Pistoia, in B».

TIFOSI E LEGAME – Primo passo di sette anni e mezzo pieni di gloria e di gol con la maglia della Samp, diventando l’idolo della Sud: «Ho sempre dato tutto, anche perché alla Samp mi avevano dato subito fiducia e ho cercato di ripagare dirigenti, allenatori, tifosi con la sola cosa che sapevo fare, giocare al calcio – dice l’ex numero 10 blucerchiato a “Il Corriere Mercantile” -. Avrei voluto vincere qualcosa, avrei voluto lasciare il segno con un trofeo, ma non ci siamo riusciti. Ce l’ho messa tutta: forse se poche settimane prima del mio arrivo si fosse evitata la retrocessione, tutto sarebbe cambiato. È il mio cruccio».

QUEL 10 PESANTE – Flachi si è messo in luce anche con una maglia pesante, quel 10 che era stato di Mancini e che poi era passato sulle spalle prima del Matute Morales e poi del Burrito Ortega. Qualcuno avrebbe voluto il ritiro del 10 dopo l’addio di Flachi: «La mia vita è la Sampdoria, almeno nel calcio, che è stato tutto per me. La gente mi vuole ancora bene, forse perché capiva che mi divertivo a farli divertire, che la loro gioia per un gol o una vittoria era la mia». E tutt’oggi condivide quelle gioie con i tifosi: «Vengo spesso nella Sud, mi trovo bene in Gradinata. Se non avessi fatto il calciatore professionista, il mio posto sarebbe stato quello. Ma non ho mai vissuto il pallone come un lavoro. E la Sampdoria resta la cosa più bella che mi è capitata».

LA SUA PARTITA – C’è anche attesa per la sua serata d’onore. Con Ferrero si è trovata una strada più facile rispetto ai Garrone: la “Flachi Night” a fine stagione diventa improbabile, perché il Ferraris dovrà subire alcune ristrutturazioni. Così il tutto potrebbe spostarsi in estate, all’apertura della stagione agonistica. Per Flachi va bene: «L’importante è che la cosa finalmente si faccia: credo che sia un regalo sia per me che per i tifosi».

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