2015

Finalmente il quasi tutto

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Finalmente. Una parola che vale un po’ per tutto, per tutti, nessuno escluso: per il gol di Soriano, per il primo di Ivan in Serie A, un giocatore al quale non viene chiesto di segnare, ma che dovrà pur farlo visto che i nostri attaccanti hanno dimenticato come si fa; finalmente per una Sampdoria che attacca, che pressa, per un Fernando che fa da diga in mezzo al campo: il brasiliano ha recuperato 8 palle, due in più di Carbonero, e insieme sono i giocatori che ne hanno prese di più del Doria, secondi solo a Hiljemark, a quota 10. Sui tackle, però, non c’è storia, perché è Ivan a farla da padrone, in tutta la gara: una scoppiettante mezzala che, come aveva dichiarato in ritiro a Pinzolo, non si ferma mai, corre. Ce l’ha nel sangue. È un successo che si crea in mezzo al campo, dove tutto nasce, come vuole il nostro tecnico. 

Finalmente sta venendo fuori la Sampdoria di Vincenzo Montella, che già ce l’aveva mostrata contro il Milan in Coppa Italia, in quei primi 45 minuti, prima dela follia di Zukanovic. Sta venendo fuori una squadra che gioca a calcio, un undici titolare che va puntellato per rispettare le decisioni del mister, ma che già iniziare a ingranare: quattro punti in due partite, contro Lazio e Palermo, vittoria in casa con la porta inviolata, pareggio in trasferta prendendo un solo gol. Non si poteva chiedere di più, carte alla mano. Perché il Doria, Emiliano Viviano, subiva gol dalla quarta giornata di campionato: l’ultima porta imbattuta dell’ex Palermo e Arsenal è alla terza giornata di campionato, contro il Bologna che era di Delio Rossi, 2 a 0 in casa, anche quella volta. 

Il mio finalmente più grande, però, è per un solo giocatore: Antonio Cassano. Non sono cieco, li vedo i commenti dei tifosi sui social network, ce ne sono tanti che non vorrebbero il barese in questa squadra. Però quando ogni domenica mi siedo in tribuna al Ferraris – perché in trasferta chiaramente l’apporto del tifo, seppur sempre intenso, è inferiore – che si annunci il nome di Cassano, che il numero 99 esca dal campo anzitempo per una staffetta, come avvenuto ieri con Muriel, che quel baricentro basso faccia la sua corsetta al piccolo trotto o che stia preparando un passaggio dei suoi, lo stadio esplode. Ieri è uscito ancora una volta tra gli applausi, quelli del suo pubblico, che tanto voleva e desiderava: ha dispensato assist in ogni dove nel primo tempo, limitandosi nella ripresa soltanto all’assist decisivo per Soriano. Che fa un po’ storia a sé, Cassano che assiste Soriano per l’1 a 0 della Sampdoria. Cassano che di Soriano, nella sua vita, ha sempre parlato bene, ne ha sempre tessuto le lodi. E a me queste storie riempiono di gioia. Verrebbe quindi da chiedersi, dove sono quei tifosi che durante la settimana lo offendono su Facebook e Twitter? Sicuramente non al Ferraris, altrimenti significherebbe avere un doppio volto, un po’ come Giano. Che poi, il dio degli inizi, il Bifronte, che guarda da entrambi i lati, è pur sempre accostato a Genova, anche se spesso si accosta al Grifone.

Il Grifone, già, quello che ora diventa il prossimo obiettivo. Sarà un Natale lungo, perché al ritorno in campo, con l’anno nuovo, ci sarà la stracittadina, che quest’anno vale tantissimo. Come tutti gli anni, d’altronde, ma quest’anno il Genoa pare abbia un piede nella fossa, mentre la Sampdoria quel piede l’ha tolto quest’ultima settimana. Ivan è stato chiaro, ha fatto da eco al coro della Gradinata, ha usato parole forti, ma che fanno trasparire il senso di pathos che il Derby della Lanterna consegna a tutti i giocatori che scendono in campo in quel momento. Tornerà Eder, si spera di riavere Muriel in condizioni quantomeno decenti, lontano da questa figura che si accende per 30 secondi ogni 10 minuti, si avrà un Cassano sempre più in forma, perché il suo crescendo è sempre visibile. Gli manca il gol, adesso, e chissà: forse Antonio non aspetta altro che la passerella più importante. Come in quell’11 aprile del 2010. 

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