Ferroni e quel gol del 1982: «Che gioia. Seguirò la Samp alla tv» - Samp News 24
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2013

Ferroni e quel gol del 1982: «Che gioia. Seguirò la Samp alla tv»

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Quel gol in un pomeriggio del settembre 1982 lo rende rintracciabile quando si sente odore di Samp-Juve: Mauro Ferroni, autore di quella rete che portò il Doria al successo contro i bianconeri di Trapattoni, è l’uomo della settimana. E’ lui stesso a confessarlo: «Sì, lo so, è la mia settimana – esordisce Ferroni – ho ricevuto tantissime chiamate dai miei amici genovesi». L’ex difensore ricorda i parallelismi tra le due situazione: «Anche quell’anno la Juventus aveva vinto gli ultimi due scudetti, anche quell’anno la prima giornata si giocava in casa nostra – racconta l’ex blucerchiato – buoni auspici. Mi piacerebbe giocarla, ma non si può. Mi piacerebbe esserci, ma non ce la faccio: sono in Sicilia, in vacanza. La Sampdoria mi ha invitato e la ringrazio. Però, ci sarò con il cuore e con gli occhi. Tiferò davanti alla tv, perché la Samp è rimasta nel mio cuore. Ancora sento qualcuno dei vecchi compagni».

Nel ricordare l’azione che lo portò ad essere il match-winner di quella gara, Ferroni s’illumina: «Vado a contrastare Paolo Rossi a centrocampo e trovo un rimpallo favorevole. Scatta il contropiede: salto Furino, mi viene incontro Platini che mi prende per un braccio e quasi mi strappa la fascia di capitano – racconta Ferroni ai microfoni del “Secolo XIX” – meno male che era elastica. Mi avvicino all’area juventina e mi vengono incontro sia Cabrini che Scirea. Non avevo fatto slalom, ero andato lineare. A quel punto, tiro e miro al secondo palo: Zoff non c’arriva. E mentre esulto, mi accorgo di avere nella mano la fascia». Dopo il suo gol, partì una grande festa per la Samp neo-promossa: «Ah beh, sì. Io la sera ho fatto festa con i miei amici – dice l’ex difensore – poi alla ripresa sono stato multato dal presidente Mantovani, perché non avevo rispettato la disposizione del mister Ulivieri di non superare la metà campo. E con i soldi che avevo pagato c’era uscita un’altra bella cena, per tutta la squadra».

Un ricordo ulteriore di quel giorno, oltre al gol, può essere l’urlaccio del mister Ulivieri: «Mi gridò «Fermati, fermati», con quella sua cadenza toscana mentre sto puntando la porta della Juventus. Ma potevo fermarmi? – scherza l’ex blucerchiato, alla Samp dal 1975 al 1983 – effettivamente, però, prima della partita l’allenatore era stato chiarissimo. Ferroni, Guerrini e Bonetti fermi dietro. All’epoca si giocava a uomo, solo Liedholm giocava a zona. Quindi a me toccava marcare Rossi, reduce dal trionfo mondiale e all’apice della carriera. Potete immaginarvi la tensione». La stessa azione la ripeté soltanto un’altra volta in carriera: «Quando giocavo nel Verona. Contro il Milan. Tuttavia, avevo esitato un momento e Gerets mi aveva recuperato».

Sulla partita di sabato sera, Ferroni è molto chiaro: «Partita difficile, la Juve è forte. In avanti, con Tevez e Llorente, si è rinforzata – dice il numero 2 di quella Samp 1982/1983 – però è la prima di campionato e la Samp gioca davanti al suo pubblico». Ci si chiede se le marcature a uomo sarebbero ipotizzabili anche 31 anni dopo: «Oggi è tutto diverso, si gioca a zona perché gli attaccanti svariano – chiarisce Ferroniperò dalla metà campo indietro, ma ssima attenzione, ragazzi. Non distraetevi. Puntate il vostro avversario come se doveste marcarlo a uomo e, per quanto riguarda i centrali, non concedete spazio alle punte, non fateli girare». La chiusura è sulla possibilità di far rivedere quella gara del 1982 ai ragazzi di oggi: «Perché no, se può servire. Era un altro calcio, tutto diverso – chiude Ferroni – un difensore come me che doveva appicicarsi all’attaccante sembrava persino non ci fosse in campo. Ma vi assicuro che correvo per quattro. Inoltre, caratteristiche come la rabbia, l’entusiasmo, la voglia, la grinta non hanno epoca e ti possono consentire di giocare contro avversari sulla carta più forti di te. E noi, quel giorno, eravamo pieni di entusiasmo e di rabbia».

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