Ferretti: «Il bravo preparatore è quello che applica al meglio ciò che chiede l'allenatore» - Samp News 24
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2015

Ferretti: «Il bravo preparatore è quello che applica al meglio ciò che chiede l’allenatore»

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Primo luglio, stagione ai nastri di partenza e un mese di lavoro a dividere i blucerchiati dal primo impegno europeo. La preparazione atletica diventa così un fattore imprescindibile, che Palombo e compagni dovranno necessariamente curare. Per approfondire questa tematica abbiamo contattato in esclusiva un massimo esperto di preparazione atletica, Ferretto Ferretti, nonché collaboratore storico di Walter Novellino e attuale docente a Coverciano in metodologia di allenamento.

 

La Sampdoria, prima società di Serie A a partire per il ritiro, sarà impegnata il 30 luglio con il preliminare di Europa League. Di che preparazione necessita la squadra?
«Non cambiano tanto le modalità, ad aumentare è la tempistica. Trovo molto giusto iniziare una settimana prima, le 4 settimane di lavoro sono adatte per affrontare il 30 luglio la partita del preliminare. Quest’anno la Sampdoria ha un preparatore che è un caro amico, Bartali. Ha un’esperienza importante in campionati esteri, ha lavorato in Russia con Spalletti, lì il calendario è particolare e bisogna giostrarsi ed organizzarsi con le pause a metà campionato. Quindi dal punto di vista organizzativo del lavoro non vedo problemi, ci sono persone esperte.»

 

Il turno preliminare è stato più volte oggetto di discussione, i più critici ne individuano un ostacolo in vista di una stagione lunga e fitta di impegni. È così o è un falso storico?
«È un falso storico, ormai le preparazioni moderne devono adattarsi ai campionati, che non sono più come quelli di una volta che iniziavano il 1 settembre e terminavano il 15 giugno giocando solamente di domenica. Adesso ci sono troppe situazioni che ti fanno modificare l’organizzazione. Però c’è tutto il tempo per organizzarsi e pensare al campionato. Più la Sampdoria andrà avanti nelle coppe, più dovrà esser brava a giostrarsi nei diversi impegni. La figura del preparatore atletico è riflessa dai ritmi impartiti dall’allenatore, è lui a dare le linee guida. Gli infortuni non dipendono esclusivamente dal preparatore, ma da tutte le componenti, in primis dall’allenatore. Il bravo preparatore è quello che sa applicare bene quello che vuole l’allenatore. Bovenzi, che conosco benissimo, è bravo perché si sa adattare all’allenatore e sa interpretare quello che vuole Mihajlovic. Lo stesso farà Bartali con Zenga, ma il responsabile principale rimane l’allenatore.»

 

Che ricordi ti legano al mondo blucerchiato?
«Ho lavorato 13 anni con Novellino di cui 4 alla Sampdoria. Sono rimasto molto legato alla Sampdoria e ho tuttora legami forti con la città di Genova, ogni tanto vengo a vedere le partite. Sono in contatto con Baldari , Ajazzone e Pedone, però a distanza di anni la società è cambiata molto. Per me fu un grande dispiacere venire via, se avessi potuto sarei rimasto a Genova definitivamente. Devo dire che Genova è una città rispettosa. Genoani e Sampdoriani si battibeccano sportivamente e con goliardia, rimasi stupito la prima volta che vidi in scooter un ragazzo con il casco del Doria e la ragazza con il casco del Genoa, tutti insieme per andare a vedere il derby. Adesso? Insegno la metodologia dell’allenamento ai corsi centrali di Coverciano. Bene o male i giovani allenatori e i giovani preparatori passano tutti di qui, l’anno scorso passò Bellucci che adesso è nello staff di Zenga».

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