2014

Ferrero: «Siamo l’unica squadra ad aver usato più italiani»

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Ospite della redazione del Corriere dello Sport, Massimo Ferrero si è concesso ad una video-intervista in cui materializza il suo sogno di vedere il calcio, come quello di decenni fa, e mette in evidenza gli aspetti di un intreccio di affari che coinvolge spesso i procuratori e i loro assistiti. Queste le parole del presidente della Sampdoria, dopo una breve presentazione ai collaboratori del quotidiano e qualche battuta tratta dal repertorio ironico personale: «Siamo al Corriere dello Sport, sono stato invitato dal direttore di questo giornale meraviglioso. Il calcio è uno sport, per me è il sale della vita. Vorrei un calcio che iniziasse nelle parrocchie come quando ero piccolo io. Siamo l’unica squadra ad aver usato più italiani di tutti, in una partita abbiamo giocato tutti italiani. Dobbiamo cominciare a tornare alle borgate di una volta, andare nelle parrocchie, come facevo io. E sono usciti dei campioni. Lo stesso Totti da dove esce? Giocava sotto casa. Ricreando così il calcio ritroviamo l’italianità. I procuratori sono la rovina dei calciatori, perchè fanno i loro interessi invece quelli dei calciatori. Il primo procuratore che ho conosciuto, Silvio Pagliari, l’ho mandato a fanculo e ora siamo ottimi amici. Lui faceva il suo lavoro e io il suo lavoro non l’ho capito e ci siamo scontrati».

Per concludere, Ferrero ha raccontato un piccolo aneddoto legato al mondo dello spettacolo: «Il mio primo incontro è stato con Gianni Morandi che era a Campo de Fiori per un film. Io gli ho chiesto se mi regalava un giubbotto di renna, e che glielo avrei restituito se mi avesse fatto lavorare. E cos è stato. Ho fatto anche il muratore, non mi vergogno a dirlo, ma devo dire grazie soprattutto a Gianni Bertolucci».

 

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