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Ferrero: «Sono pronto a cedere la Sampdoria. Lanna peggior presidente della storia»
Massimo Ferrero, ex presidente della Sampdoria, è tornato a parlare dell’attuale situazione legata al club blucerchiato: le dichiarazioni
Massimo Ferrero, ex presidente della Sampdoria, è tornato a parlare dell’attuale situazione legata al club blucerchiato. Ecco le dichiarazioni rilasciate al canale Twitch di Cronache di Spogliatoio.
NOSTALGIA – «Se mi fate la seconda domanda è meglio. Mi manca da morire, ieri ero triste e non ho visto la partita. Nessuna città ha un tifo simile, un accanimento d’amore così importante».
DEBITI – «Ma quale debito dobbiamo saldare? Per quanto ne so, sono 110 milioni di euro. Per altri problemi dovete chiedere agli addetti ai lavori. Io ho lasciato la Sampdoria in ottima salute, non eravamo ricchi ma mi piange il cuore nel vedere questa situazione. Il signor Lanna, che è un dirigente messo dalla famiglia, è una brava persona ma è il peggior presidente nella storia della Samp. I risultati parlano. Questo perde 3-0 e batte la mani… Io non mi occupo della Samp da 13 o 14 mesi, da quando mi è successa una disgrazia. E da lì hanno cantato la canzone “più giù, fino a incontrare il blu”. Noi siamo i proprietari del club, ma non lo gestiamo più. Se il trustee dice 35-40 milioni, secondo me il prezzo è corretto».
CESSIONE – «Se trovo un acquirente vendo il club. Me la ricomprerò io, cosa devo fare? Non c’è nessun acquirente, anzi ci sono due pazzi che girano e dicono di aver preso la Sampdoria. Parlano sempre di quell’Al Thani, bisogna chiamare qualche ambulanza che li vengano a prendere. Illudono i tifosi e poi i tifosi se la prendono con me. Sono pronto non solo a venderla, ma anche a cedere le quote per fare un aumento di capitale. La famiglia Ferrero è pronta a qualsiasi tipo di soluzione. La Sampdoria deve rimanere in salute, nove anni di lavoro buttati nel cesso perché stiamo andando in Serie B. Non ci meritiamo questa classifica. Stankovic è un grande allenatore e un grande uomo, gli auguro di portare la nave in porto. I ragazzi sono bravissimi. Ma se hai dirigenti che parlano, a me minacciano di morte… È tutta una roba che non si gestisce più, la situazione è sfuggita di mano al CdA. È difficile gestire un club di calcio, ma lo è ancora di più se non c’è un padrone. Hai una squadra che funziona, ma la dirigenza no. Non si sa chi comanda, cazzo. Io non mi nascondo, soffro come un cane. Se ho sbagliato? Qualche errore posso averlo fatto, ma io mica vado in campo. La Sampdoria è la mia vita. Il club ha un capitale di 49 milioni, io ho fatto plusvalenze per 400 milioni, non ho toccato mai un euro dei dividendi. Manca cassa. Stiamo cercando qualcuno che aumenti il capitale, io ho dato in pegno le quote. Noi le stiamo provando tutte perché, anche se non c’entriamo niente, sarebbe la peggior cosa della mia vita veder fallire la Sampdoria. La mia storia è finita 15 mesi fa, sono convinto che si salverà anche se sta andando verso una deriva sbagliata. Sicuro non fallirà, troveremo un compratore. Faccio un appello, comprate la Sampdoria. Sono pronto a venderla domattina. E io non prendo lo stipendio, non chiedo niente».
ASSEMBLEE – «Io non ho disertato niente. I cammelli disertano… Se i media di Genova stessero più cauti, anche se sono preziosi, si farebbe meno confusione senza allarmare le folle. Altrimenti mi minacciano di morte. L’altra volta mi hanno mandato la testa di una maiale. A volte ho paura, sono un essere umano. Soprattutto paura per i miei figli, a me rafforzano. La notte dormo, non penso a queste persone perché la violenza non alberga in me. Ci sono dei tifosi violenti che non sono tifosi».
VIALLI – «Si sono ritirati gli americani, mica io. Ho un contratto firmato di 80 milioni, poi andavamo male. Io presi Di Francesco e loro ridussero la spesa a 40 dopo sei giornate deludenti. Mandai via il tecnico e arrivai a 53 punti. Il calcio è un’altra storia».