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Ferrero: «Montella tecnologico, Mihajlovic passionale»

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Con Torino-Milan in programma stasera, Massimo Ferrero ha tracciato un bilancio dei due tecnici – Mihajlovic e Montella – passati sotto la sua gestione: «Mihajlovic lo risceglierei, con Montella è andata male»

La sua gestione è stata finora breve – siamo quasi ai tre anni – ma Massimo Ferrero ha avuto due allenatori d’eccezione, che stasera si sfideranno per la seconda volta nel giro di quattro giorni: Sinisa Mihajlovic è stato l’inizio, Vincenzo Montella un progetto mai realizzato. In un’intervista a “La Gazzetta dello Sport”, Ferrero è così straripante da dettare anche il titolo: «Io farei così: “Montella è la moglie e Sinisa l’amante”». Il presidente della Samp non ha scelto Mihajlovic, «l’ho trovato lì, a Genova, ma lo risceglierei altre cento volte» e ha invece deciso di puntare su Montella «che è un grande, ma che ora riconosco non essere stato l’allenatore ideale per noi».

SINISA E VINCENZO – Presidente, a Genova li ha conosciuti entrambi: come li definirebbe? «Uno, Montella, è un piccolo diavolo, l’altro è un Casanova. Vincenzo è napoletano, è un furbacchione. Si mette il gel nei capelli ma resta un piccoletto. Sinisa mamma mia se è un piacione… è sempre elegantissimo e profumatissimo: se oggi entri in una stanza dove è stato lui due anni fa ancora lo senti!». Ha notato anche differenze un po’ più tecniche? «Sono due persone completamente opposte, con un approccio totalmente diverso sia sul campo che con i giocatori che fuori. Sinisa è passionale, parla, racconta, si arrabbia. Montella è più freddo, dà i compiti e quelli devono essere. Mihajlovic va in c… alla balena, ha una volontà fortissima. Vincenzo è più diplomatico, anche se ha gli stessi principi. Ma oggi sceglierei Mihajlovic».

PREGI E DIFETTI – Che cosa l’ha colpita dei due? «Sono due grandi lavoratori, ma diversissimi tra loro. Montella è molto più tecnologico, l’ho portato a Genova perché è un grande allenatore, punta più sul gioco e meno sul contatto. A differenza di Sinisa che ti tocca, è uno sanguigno, genuino, lavora sulla testa e sul carattere, è uomo dentro e fuori. A cena andavo con entrambi, che sento ancora oggi. Vincenzo ti fa divertire, è simpatico e sa staccare, mica parla solo di calcio! Però Sinisa è Sinisa, il mio primo amore… calcistico».

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