2015

Ferrero: «La Samp sarà in prima linea e perciò voglio la gestione dello stadio»

Pubblicato

su

Molti interventi nella conferenza stampa appena coclusasi, quello più esaustivo appartiene sicuramente a Massimo Ferrero; vero e proprio fiume in piena su ogni aspetto societario. La prima parte delle dichiarazioni del vertice blucerchiato si incentrano sulla felicità per i rinnovi dei contratti dei propri calciatori: «De Silvestri fu il mio primo vero acquisto da Presidente. Quando mi è stato presentato il contratto sono rimasto sorpreso: non credevo che i calciatori costassero così tanto. Voglio bene a ogni componente della mia squadra e pertanto non vorrei mai vendere nessuno, ma il calcio è ciclicità di percorso. Cosa intendo con questa affermazione? Specifico come la volontà di un giocatore vada sempre assecondata: se mai un mio tesserato decidesse di voler partire, non potrei far altro che lasciarlo andare. Eder, che oggi rinnova con noi, migliora il suo contratto e per questo dico, scherzando, che si è approfittato di me. Farò di tutto per tenerlo e mi sorprese l’offerta di soli 8 milioni di euro da parte dell’Inter. Ho visto società spendere 100 milioni per giocatori davvero scarsi e per questo ho pensato mi avessero preso per uno scemo, quando hanno presentato una simile proposta alla Samp. Anche Soriano sarà con noi fino al 2020, se vorrà, e a lui voglio dare un solo consiglio: tirare di più. Domenica ha fatto vedere di cos’è capace e voglio portargli a esempio Florenzi, che ha punito il Barcellona con un tiro da centrocampo. In passato, nella gestione precedente alla mia, furono fatti gravi errori di giudizio; l’esempio lampante è Icardi. Con me al comando tutto ciò non succederà più: bisogna dare il giusto valore ai giocatori.»

 

Nel prosieguo della propria testimonianza l’attenzione dei media si sposta su aspetti differenti da quelli del campo: vengono analizzati i problemi del “Luigi Ferraris” e i progetti futuri del numero uno romano. Con queste parole Ferrero ha deciso di esporre le proprie ambizioni, toccando talvolta gli obiettivi sfumati del recente passato: «Quando mi parlate dello sponsor io vi dico che serve lo svilippo, come in un’azienda. Infatti ora abbiamo pensato all’aspetto principale per una squadra di calcio: il campo, che viene prima del resto poichè è lì che si disputano gli incontri. Vedere i miei ragazzi giocare mi emoziona per davvero e il mio sogno è quello di saperli ricordati nella memoria dei tifosi, come successe per Vialli e Mancini. Noi ci ricordiamo il Doria esclusivamente per Mantovani, prima di lui si parlava di “provincialismo”, di una squadra di seconda fascia, e dopo di lui fu la stessa identica cosa. Oggi voglio dimostrare che possiamo trovarci nella prima, andando contro a testate giornalistiche che identificano in piani alti solo certi club. Un esempio? L’Inter. Abbiamo concluso il campionato davanti a loro e giochiamo entrambi in Serie A; dovremmo essere noi la squadra da battere. Oggi siamo di grande spessore, ma non economico, parlo di persone ed è per queste vorrei uno stadio. Mi fu dato il consenso e perciò se non ottengo la gestione me ne vado via. Ho tante idee per il futuro e voglio realizzarle, anche se serviranno lavori. Ho già speso più di un milione di euro e non mi interessano gli esborsi del Comune di Genova, perchè voglio i fatti e non le parole. Quando tentai di costruire uno stadio alla Foce, dall’ex Fiera, mi fu impedito. So che era un progetto realizzabile, ma mi fu comunque negato. Provai anche a comprare il Carlini per farci giocare la Primavera, ma anche lì fui bloccato. Voglio far rivivere questa città».

 

 

Exit mobile version