2014
Federclubs a Piano: «Stadio in Fiera possibile. Genova ne ha bisogno»
Renzo Piano e la Fiera che verrà. Senza lo stadio.
Un progetto, quello proposto di recente dal celebre architetto italiano, che mira a restituire a Genova un «rapporto concreto» tra la città abitata, la realtà portuale e, di conseguenza, l’elemento dell’acqua. «Il ridimensionamento che si è proposto non deve essere vissuto con dolore» e, ancora, «costruire uno stadio in questa zona sarebbe assai difficile»: ha parlato così, Renzo Piano, alla presentazione del suo studio per la riqualificazione della Fiera e di tutto il Water-front genovese, lasciando il presidente blucerchiato Ferrero e tutti i suoi tifosi con l’amaro in bocca.
Perché c’è chi, infatti, lo stadio lo avrebbe voluto, credendo fortemente nella sua realizzazione. E c’è, poi, anche chi spera ancora nella sua costruzione. Come la Federclubs che, con una nota pubblicata sul proprio sito di riferimento, ha voluto lanciare oggi un chiaro e forte messaggio a Renzo Piano.
«Premesso che la stimiamo immensamente per le sue grandi qualità professionali – si legge su federclubs.it -, dobbiamo però comunicarle la nostra grande sorpresa nell’avere ascoltato le sue parole in merito alla possibile realizzazione di un nuovo stadio. […] Nel corso di una sua intervista, Lei ha affermato che sarebbe stata un’idea da “provincia”… ma saprà perfettamente – affermano i clubs blucerchiati – che tutte le grandi metropoli e le rispettive grandi società di calcio si sono munite da tempo di stadi estremamente funzionali e moderni. Creando occupazione, che di questi tempi è più che mai preziosa, e ritorni molto importanti sul piano finanziario alle società proprietarie degli stessi».
Non è sempre il caso di sacrificare i tanti benefici e i vantaggi concreti per la città ed i suoi abitanti in nome della pura estetica: questo il monito della Federclubs, che ha voluto sottolineare con forza come la costruzione di un nuovo stadio di proprietà della U.C. Sampdoria, presso la Fiera, sia una realtà possibile. Una realtà per la cui realizzazione i tesserati dei clubs si dicono «pronti a prendere iniziative» che possano cambiare le carte – prototipi e relativi plastici compresi – che oggi sono stati calati in tavola.