Gli Ex
Ex Sampdoria, Volta: «Esordio in Champions League? Quando vedo Di Carlo…»
Massimo Volta, ex difensore della Sampdoria, ha ricordato la dolceamara stagione blucerchiata del 2010/2011: le parole
Massimo Volta, ex difensore della Sampdoria, ha ricordato la dolceamara stagione blucerchiata del 2010/2011. Ecco le sue parole rilasciate ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com.
CHAMPIONS LEAGUE – «Dopo i prestiti al Foligno, al Vicenza e infine al Cesena, dove vivo la mia miglior stagione vincendo il campionato ed entrando nella top XI della Serie B, la Samp decide di tenermi in rosa. Fino all’esordio in Champions League contro il Werder Brema. L’andata la giocai da terzino, il ritorno da centrale complice l’espulsione di Lucchini. Credo di essere uno dei pochi calciatori ad aver esordito prima in Champions che in Serie A. Quando vedo mister Di Carlo lo ringrazio sempre ma gli dico che è stato un matto».
STAGIONE 2010/2011 – «Ai primi ritiri con la Sampdoria vedevo dal vivo Cassano, Pazzini, Palombo. Ricordo uno stop di Antonio dopo un rilancio di 60 metri di Sergio Romero, che si gira e punta la porta. Cose da playstation che ti fanno restare a bocca aperta. Il primo allenatore a Genova? Mazzarri, che già giocava con la difesa a 3. Io ero abituato ad agire a 4 e per me era tutto nuovo. L’annata 2010/11? Fu una stagione funesta. Dai preliminari, alle cessioni di Cassano e Pazzini dopo quel famoso litigio con il presidente fino alla retrocessione. Un’esperienza tosta dal punto di vista emotivo, fatta di dolori e gioie».
CASSANO – «Ricordo un ritiro pre partita, dove Antonio arrivò in ritardo perché stava seguendo Real-Barcellona. Mangiavamo assieme: noi riso e petto di pollo, lui aveva nel piatto sette bruschette. Prima del suo arrivo Antonio Mirante, suo amico, gli mangiò una bruschetta. Appena arrivò se ne accorse, buttò il piatto all’aria e iniziò a urlare contro tutti. Anche io una volta l’ho fatto arrabbiare dopo un intervento duro in allenamento. Certi giocatori erano intoccabili e non lo sapevo. Ricordo tutte le sue parolacce in barese che mi detto contro. Però mi voleva bene, mi rispettava perché mi impegnavo sempre».