Gli Ex
Ex Sampdoria, Ulivieri: «Ecco il mio RICORDO della PROMOZIONE del 1982»
Renzo Ulivieri, ex allenatore della Sampdoria, ha ricordato la promozione in Serie A del 1982: ecco le sue dichiarazioni
Renzo Ulivieri, ex allenatore della Sampdoria, ha ricordato la promozione in Serie A del 1982. Ecco le sue dichiarazioni rilasciate in un’intervista all’edizione genovese de La Repubblica.
SVOLTA – «E’ la testa a fare la differenza, cercai di trovare subito un equilibrio nel gruppo, non caricare troppo le partite e instaurare la giusta sintonia con la squadra. Troppa pressione non aiuta. Mi innamorai di questo gruppo di ragazzi e insieme centrammo un obiettivo molto importante».
SCONFITTA GIRONE DI RITORNO – «Ricordo che il presidente Mantovani il giorno successivo e ci disse di cominciare a preparare la stagione seguente . Gli dissi che volevo ancora provarci per almeno quattro partite, anche se avevamo solo il 5% di possibilità e centrammo la promozione con una giornata di anticipo».
SQUADRA – «Era una squadra forte. Avevamo Patrizio Sala, Manzo, Roselli, Belotti, Scanziani, tanta roba, perà non c’era il regista. Parlai alla squadra e mi convinsi ad andare avanti così, anche se Mantovani era di parere opposto. Diventai l’allenatore che era contrario al regista, ma non era vero. Vennero i primi risultati e aumentò la convinzione di tutti».
LAVORO – «Lavorai molto sul reparto Zanone si spostava tanto a destra e anche Sella e Garritano non risparmiavano energie. Sandro aveva un gran tempo di entrata , era bravissimo negli inserimenti e di testa».
FESTA PROMOZIONE ’82 – «Mi sento di definirla, prima di tutto, una festa per una vittoria di popolo, i tifosi ci avevano dato un grande supporto e così la gioia diventava ancora più intensa. La notte andai in giro per la città in macchina per respirare l’emozione di tutta quella gente che aveva riempito Genova con cortei di macchine e tanto entusiasmo. Fu un piacere vissuto in disparte, quasi intimo, ma ancora più intenso».
SAMPDORIA – «Sono tifoso della Fiorentina, voglio essere messo nella bara con la tuta del Bologna, dove go trascorso sei anni indimenticabili, ma ho sempre la Sampdoria nel cuore e questi colori me li sento addosso. Tre anni non si dimenticano e furono molto importanti».
RITORNO AL FERRARIS – «Mi ero incazzato con Cassano ed ero stato cacciato dal campo. Stavo perdendo e non era un pomeriggio bello, ma l’amarezza fu cancellata dall’applauso del pubblico, spontaneo e di cuore, fu come una carezza. In un istante cambiò tutto. Divenne un momento che porterò sempre con me. Avrei voluto abbracciare tutti e lo rifarei volentieri anche adesso. E’ rimasta una delle soddisfazioni più belle da tecnico. Il presidente Foti era seduto in tribuna vicino a mia figlia Valentina e le disse: sente come vogliono bene a suo padre. Fu un ulteriore elemento di soddisfazione e prolungò l’emozione anche dopo».