Focus

Ex Sampdoria: le 5 partite indimenticabili di Claudio Ranieri

Pubblicato

su

Ex Sampdoria: nella giornata odierna vi segnaliamo le 5 partite indimenticabili di Claudio Ranieri

In una carriera lunga come quella di Claudio Ranieri scegliere la Top Five delle sue partite indimenticabili è un’impresa praticamente impossibile. Scusandoci in anticipo per l’esclusione di tante che avrebbero meritato di stare nell’elenco, proviamo questo “gioco” e lo svolgiamo in senso cronologico, ben sapendo che è una classifica del tutto arbitraria. E chissà se lui, almeno una, la andrebbe a scegliere.

1) 27 maggio 2007 Parma-Empoli 3-1

Ranieri viene chiamato a Parma per sostituire Stefano Pioli (potrebbe essere un’idea per il Milan…). La squadra è ultima in classifica e con la vittoria sui toscani sancisce la definitiva salvezza, con annesso dodicesimo posto in classifica. Un’impresa meno celebrata rispetto ad altre, un impiego part-time che dichiara la capacità del mister romano di tuffarsi con entusiasmo in ogni avventura e di uscirne alla grande. Quel giorno spuntano anche lacrime di commozione. Scrive La Gazzetta dello Sport che con i 27 punti presi in 16 giornate stabilisce una media che spalmata su tutto il torneo lo avrebbe portato in Champions League. E aggiunge: «Il tecnico era stato lontano dall’Italia per 10 anni; si è rifatto i documenti e ora probabilmente ripartirà: ma accanto a offerte inglesi ha aggiunto quelle della serie A che lo snobbava. Ha rimodellato una banda prima incapace di vincere (3 volte su 22), con la peggior difesa e, dopo il k.o. del debutto con la Samp, anche il peggior attacco. Quel giorno, era il 18 febbraio, Ranieri ammise che il Parma aveva «un piede in B», ma di essere sicuro che con l’altro si sarebbe tirato fuori dai guai. Non è stato facile perché c’è voluto un mese per iniziare a vincere, ma una serie di pari acchiappati in extremis ha sistemato il carattere di un gruppo che non aveva più autostima, che crollava alla minima difficoltà».

2) 5 novembre 2008 Real Madrid-Juventus 0-2

vincere al Bernabeu non c’erano riusciti sulla panchina bianconera né Marcello Lippi, né Fabio Capello, usciti entrambi sconfitti. L’impresa la fa Claudio Ranieri, grazie a un super Del Piero e a un atteggiamento che esalta tutto quel che ci vuole per ottenere un’impresa simile, con una linea difensiva composta da Mellberg, Legrottaglie, Chiellini e Molinaro al cospetto di mostri come Sneijder, Raul e Van Nistelrooj. Commento finale del trionfatore: «La missione è compiuta. Questo campo mi è amico, ci avevo già vinto con Valencia e Atletico Madrid».

3) 18 aprile 2010 Lazio-Roma 1-2

Non solo i giallorossi vincono il derby in rimonta, che è già un bel godere, grazie alla doppietta di Mirko Vucinic e al precedente rigore parato da Julio Sergio a Floccari. A rendere esemplare la partita a proposito del coraggio dell’allenatore c’è la scelta di fare a meno di Francesco Totti e Daniele De Rossi nell’intervallo. Avere ragione rinunciando a due totem, per di più nella gara che ogni romanista vuole non solo giocare, ma vivere e assaporare, è un atto rischiosissimo, che viene premiato con la conquista dei 3 punti e qualcosa in più: la confezione di un sogno tricolore che poi sfuggirà. A fine gara Ranieri spiega la mossa con il tipico pragmatismo che ne ha guidato tante scelte: «Erano già ammoniti e sentivano troppo il derby, non erano sereni e non giocavano come sanno. Ho preferito cambiare e rimettere l’assetto di sempre, è stata una scelta anche tecnica: ho sempre detto che sono i giocatori che fanno la squadra e con loro due non eravamo al cento per cento, per questo ho preferito toglierli. Però sono sempre due punti di riferimento, il Capitano e Capitan Futuro: saranno dispiaciuti per la sostituzione ma contenti, sanno che cerco di fare sempre il bene della Roma». Se fosse andata male, chiosa finale di Sor Claudio, «Mi avrebbero appeso al Colosseo».

4) 24 novembre 2018 Fulham-Southampton 3-2

Della sua variegata esperienza inglese, con il mitico titolo conquistato dal Leicester, scegliamo questo episodio “minore” che la dice lunga sulla credibilità acquisita dall’italiano. Chiamato a risollevare una squadra in gravissima crisi, non riuscirà nell’impresa. Ma il suo esordio assomiglia a una festa, come se fosse arrivato il salvatore della patria. Significativa la stretta di mano di un bambino prima della gara, ogni allenatore vorrebbe riconoscimenti così genuini. Il Fulham vince e non capitava da 3 mesi. Unico neo: non riesce ad offrire la cena da Mc Donald’s che aveva promesso alla squadra in caso di clean sheet. Anche con questi inviti si rafforza lo spirito di gruppo laddove esistono problemi molto grandi, lo aveva già fatto con una pizza con la squadra che poi avrebbe portato al titolo più incredibile della storia del calcio inglese (e non solo).

5) 19 maggio 2024 Sassuolo-Cagliari 0-2

Conquista la salvezza del Cagliari in un anno in cui, dopo avere ottenuto il miracolo della promozione in A ai playoff, ad un certo punto decide di dimettersi. La squadra si oppone, vota una specie di mozione di fiducia (in politica si direbbe così) e pretende che lui resti (a quanti altri sarebbe capitata una cosa del genere?). Nella festa sul campo, cerca di restare un passo indietro, come suo costume, ma viene portato in trionfo a raccogliere i meritati applausi. Due giorni dopo, registra il suo videomessaggio addio e anche questa, per le parole usate, è una bellissima partita vinta: «È una decisione sofferta, dura, presa a malincuore ma è giusto lasciare adesso. Già avevo paura nel tornare, temevo di macchiare i tre anni che avevo vissuto qua e che mi hanno riempito il cuore. Dopo le parole di Gigi Riva (“Claudio è uno di noi”) decisi di accettare. Adesso è giunto il momento di lasciarci. Mi auguro di essere ricordato come una persona positiva».

Exit mobile version