2013

ESCLUSIVA – Vialli ricorda Mantovani: «Era una guida, con lui ci sentivamo difesi»

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Parla di “carisma” Gianluca Vialli quando ci racconta Paolo Mantovani e lo fa con il cuore, prima che con la voce, così con il cuore lo si ascolta, prima che con le orecchie. Le oltre 600 persone raccolte a palazzo Ducale una fresca domenica di ottobre sono la testimonianza viva che Paolo Mantovani non era solo un presidente, non era solo un sampdoriano, era principalmente un uomo capace di sconvolgere il corso degli eventi, capace, dopo venti anni dalla sua scomparsa di radunare attorno a sé una piccola folla, che con calore e affetto sincero ancora oggi lo porta nel cuore.

I ricordi sono molti, la commozione anche, sì perchè per i “suoi ragazzi”, come amava definire i calciatori della squadra, Paolo Mantovani è ancora oggi uno di famiglia. Uno a cui si pensa se si vuole sorridere, uno a cui non si può smettere di volere bene. Ecco allora che: «Non si può mancare alla festa per il suo ricordo, glielo devo», ed infatti Gianluca Vialli c’è, in prima fila, seduto a fianco di Enrico Mantovani, il figlio del presidente, di fronte a lui siede il suo “gemello del gol” Roberto Mancini.

In un attimo si torna agli anni d’oro della Samp, ai tanti gol, alle molte vittorie e riaffiorano passate memorie, vivide come orme indelebili: «Per noi aveva sempre tempo, era una guida, era un supporto, potevamo discutere di tutto, di calcio certamente ma anche di ragazze (argomento di cui parlavamo sempre volentieri), di sogni e di progetti. Sì perchè quando hai vent’anni hai bisogno di sostegno come una barca ha bisogno di un timone e lui era lì, sempre, pronto a dispensare consigli, quelli giusti. Riusciva ad esserci per tutti noi, sapeva indirizzarci nelle scelte. Ci sentivamo difesi da quell’uomo forte, dalla presenza importante e all’occorrenza severo; per questo se devo pensare al carisma io penso a lui, un uomo capace di influenzarci ed ispirarci».

Amava la Sampdoria così come come si amano le belle donne: incondizionatamente,  ed oggi quell’amore è raccolto nei volti di chi ha partecipato alla sua commemorazione. Non solo dei tifosi, non certamente solo dei genovesi, ma di tutti coloro che hanno conosciuto le gesta del presidente, un sampdoriano vero, solo e semplicemente Paolo Mantovani. 

A cura di Lorenza Di Prima

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