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ESCLUSIVA – Tedeschi: «Stop ai raduni? Chiedete a Ferrero»
Esclusiva SampNews24 – Corrado Tedeschi: «Chiedete a Ferrero perché non si fanno più i raduni allo stadio. La Sampdoria? Figli e nipoti non hanno avuto scampo»
Brillante attore di teatro, conduttore televisivo, ma soprattutto grande tifoso della Sampdoria. In questo periodo di stallo sia per il mondo dello sport che per quello dello show business, la redazione di Sampnews24.com ha contattato in esclusiva Corrado Tedeschi.
Cosa ne pensa dell’attuale caos in Serie A? Il mondo del calcio e quello dello spettacolo sono molto simili per certi versi.
«Sì, con una piccola differenza: il mondo del calcio fa girare tanti soldi, il teatro un po’ meno. Il calcio è la cosa più importante in Italia, la cultura come sappiamo non viene aiutata, anche se adesso chiaramente di fronte alla salute passa tutto in secondo piano. Sulla ripresa non saprei, non ci resta che aspettare, anche se ammetto che avere qualche partita da guardare in questo periodo di clausura sarebbe una goduria».
Era attaccante nelle giovanili della Samp. Come mai ha abbandonato la carriera di calciatore? Ha dichiarato che “sono state le donne a rovinarla” e che una volta “si presentò all’allenamento con i vestiti della sera prima”.
«Potevo comportarmi sicuramente in maniera diversa, a volte quando sei giovane non ti rendi conto di ciò che fai, ma la vita è una sola e ci sono cose che non ti ricapitano. Ho sempre avuto due vocazioni: quella del calcio e quella del teatro, ancor più della televisione, la seconda ha prevalso e ne sono molto felice. La mia carriera andava benissimo, almeno fino a questa pandemia».
A proposito, l’anno scorso ha portato in giro lo spettacolo “Partenza in salita” con sua figlia Camilla. Che esperienza è stata e, se possiamo chiedere, ha la stessa fede calcistica del padre?
«Non aveva scelta (ride, ndr). Fra me e mio figlio Jacopo, anche lui doriano, non ha mai avuto scelta. Ho anche due nipotini che, al pari di Camilla, non hanno avuto scampo, nonostante abbiano la madre genoana. Abbiamo messo in atto un’opera subdola di convincimento (ride, ndr). A parte questo, lavorare con Camilla è stato meraviglioso, eravamo noi che interpretavamo noi stessi. Un grande divertimento e un grande coinvolgimento emotivo. Stupendo. Se non fosse portata glielo direi subito, invece è molto brava».
Anche lei, come Vialli, ha vissuto momenti difficili combattendo contro il cancro. Come l’ha cambiata la malattia?
«Sicuramente le tue priorità si riorganizzano in una graduatoria più stringente, non vuoi perdere le cose in cima alla lista. Lo dico senza nessuna base scientifica – premette Tedeschi – ma sono convinto che un atteggiamento positivo rispetto alla malattia possa fare già qualcosa per guarire. La depressione abbassa le tue difese immunitarie. La molla è stata proprio la paura di perdere gli affetti più cari, i miei figli. Non credevo di avere questa forza, e invece…».
Come si è concluso il suo rapporto con la Sampdoria? Se la Samp riprendesse a fare la presentazione della squadra al “Ferraris”, tornerebbe volentieri?
«Io ho sempre avuto rapporti bellissimi con la Sampdoria, prima di questo presidente. Il motivo per cui non ho più fatto i raduni non lo conosco, bisognerebbe chiederlo a lui: si vede che Ferrero non ci tiene a farsi vedere in pubblico allo stadio. Con i tifosi il rapporto si è incrinato, e non certo per colpa loro. Era una sensazione stupenda, una festa. Speriamo in tempo migliori».
Il primo anno dell’era Ferrero, però, il raduno c’era ancora.
«Ed è stato molto bello, tranne la sua presenza sempre sopra le righe. Ultimamente ha parlato troppo e fuori luogo, quindi non credo tenga a farsi vedere dai tifosi. In ogni caso, la società a inizio anno mi manda sempre la comunicazione ricordandomi che sono il benvenuto allo stadio e che quando voglio posso andare a vedere le partite. Dal quel punto di vista ho mantenuto rapporti di gentilezza, diciamo così. Con altri presidenti come Mantovani o Garrone, però, era tutta un’altra cosa. Diciamo la verità, Ferrero è un corpo estraneo a Genova».
Come vede la Samp di quest’anno? Ranieri può salvarla, nel caso si riprendesse?
«Ranieri è stata la scelta migliore che si potesse fare. Ho tirato un sospiro di sollievo quando è arrivato, è un allenatore di grande esperienza e che trasmette serenità: ha riportato pragmatismo, la squadra aveva bisogno di far punti prima di giocare bene. Chiaramente, anche lui ha avuto alti e bassi. La Samp è una squadra che può salvarsi, anche se non credo con grosso anticipo. Vedremo che succederà, ora come ora è tutto un’incognita».
Il giocatore più interessante in rosa al momento?
«Io credo che la bellezza di Ranieri stia nel far giocare la squadra, non i reparti. Lavorano tutti per la squadra. Forse è proprio il mister l’uomo più importante. Se dobbiamo parlare dei singoli, i miei preferiti sono tre: Linetty, Ekdal, che è un signore del centrocampo, un giocatore di una categoria superiore, e poi c’è Quagliarella, che ridendo e scherzando è già in doppia cifra. Ranieri fa bene ad insistere con lui, sentivo già qualche critica, che però non trovo affatto giusta».