Strimpelli: «Vi racconto le mie canzoni. Sampdoria? Ranieri una fortuna»
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ESCLUSIVA – Strimpelli: «Vi racconto le mie canzoni. Sampdoria? Ranieri una fortuna»

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Esclusiva SampNews24 – Il cantautore e tifoso Strimpelli parla delle sue canzoni e della passione per la Sampdoria

Il cantautore e tifoso blucerchiato Manolo Strimpelli si è raccontato ai microfoni di Sampnews24.com. Dall’isolamento per il Coronavirus alla stagione della Sampdoria, passando per le sue composizioni che spopolano sul web.

Innanzitutto, come stai trascorrendo il periodo di isolamento a causa del Coronavirus?

«Per adesso mi trovo bene. Sono un pigro per natura e la casa è la mia tana, ma sui social mi diverto a ironizzare facendo dei video su questa condizione nuova e obbligata in cui troviamo, lo faccio per alleggerire la pesantezza di questo momento che spero finisca presto. Ho rispolverato il Subbuteo e faccio delle grandi partite con mio figlio, ogni tanto strimpello la chitarra con mia figlia e litigo ogni cinque minuti con mia moglie, per poi fare pace ogni dieci».

Sei una delle persone più apprezzate dalla tifoseria blucerchiata. Non è da tutti…

«Siamo tutti sampdoriani, io faccio canzoni e magari questo fatto mi dà più visibilità, ma siamo tutte gocce dello stesso mare. I ragazzi della Sud che fanno le coreografie e si sbattono ogni domenica per “apparecchiare” la Gradinata a festa, loro sono i veri eroi».

Il motivo riguarda anche i tuoi pezzi. A quale sei più legato?

«”Solo e da sempre Sampdoria” mi ha regalato soddisfazioni e il periodo del fischietto inventato da Tirotta è stato un momento magico per tutti, anche perché dopo non si è più perso un derby. Ma la canzone che mi ha più emozionato scrivere e per me la più bella è “Il sogno del giovane Enrico”, che in pochi conoscono. La storia di Enrico Locchi, che mi narrò l’amico Andrea Ricci. Un giovane ragazzo nato poco prima della fondazione del ’46 e morto a soli 17 anni per una grave malattia. A Staglieno c’era la sua lapide con la sua foto che lo ritraeva in divisa blucerchiata, l’unico in tutto il cimitero. Andrea si informò e arrivò a conoscere suo fratello, che gli confidò che Enrico fu un calciatore delle prime giovanili della Samp, era il suo sogno e la madre il giorno del funerale decise che quel sogno doveva continuare a vivere in una foto. La canzone la potete ascoltare su YouTube».

È più facile scrivere una canzone d’amore per la Sampdoria o di sfottò verso il Genoa?

«Per me tutto è gioco, quelle post derby nascono da un emozione di gioia e poi si fondono in un’ironia di fondo che mi appartiene. Il menaggio, se non è offensivo, è la cosa che ci fa divertire ancora in questo calcio preconfezionato. Nascono da un sentimento di fondo che è l’amore per il Doria, ma le più belle canzoni d’amore per la Samp le ha scritte Aldo De Scalzi e nella sua musica ci riconosciamo tutti, da “Lettera da Amsterdam” all’ultima “Solo per te”».

La prossima, magari, potrebbe essere sulla salvezza della Sampdoria.

«Ho visto la Samp vincere lo Scudetto e perdere la finale di Coppa Campioni, non scriverò mai una canzone per una salvezza, è più facile che ne scriva una sulla retrocessione del Genoa. Ma state tranquilli, non accadrà».

Ti saresti mai aspettato un crollo così improvviso da una stagione all’altra?

«Mi aspettavo una stagione di flessione con la partenza di Giampaolo, ma non cosi difficile. Credo che come ci siano voluti mesi per assimilare gli schemi del nostro vecchio mister, cosi non era immediato cancellarli. Giampaolo era un martello, ho visto un allenamento a Temù dove per due ore ripeteva sempre lo stesso schema. Lo scorso anno giocavamo più alti e Quagliarella aveva più opportunità da rete. Quest’anno eravamo in bruttissime acque, Ranieri ha un po’ raddrizzato la rotta ed è una fortuna averlo con noi. Ha stile da vendere e potrebbe venderne un po’ a chi lo paga…».

A chi attribuisci le colpe e come giudichi il lavoro svolto da Ferrero?

«Ferrero è un po’ come Koeman. Uno ci ha portato via il sogno più grande della storia, l’altro il sogno di riprenderci la nostra storia. Ho citato due volte la parola storia, scusatemi, ma noi sampdoriani è da un po’ tempo che ci sentiamo in quarantena».

Per concludere. Quando ti rivedremo al “Ferraris“?

«Spero presto. Quest’anno ho avuti gravi problemi familiari e ho ceduto in prestito il mio abbonamento. Mi mancano Genova e la Sampdoria, ma adesso teniamo botta a questa pandemia e speriamo di tornarci presto ad abbracciare, anche dopo un gol».

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