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2013

ESCLUSIVA – Rizzo (Campani al seguito): «Rossi il nostro maestro. Questo sarà l’anno della Sampdoria»

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La Coppa Italia della Sampdoria per il secondo anno consecutivo parla campano: l’anno scorso la Juve Stabia e quest’anno il Benevento. Squadre diverse per storie diverse, con allenatori diversi a guidare il Doria. Per parlare della sfida che sarà, ma soprattutto della Sampdoria che sarà quest’anno, ai nostri microfoni è intervenuto Emanuele Rizzo, segretario e membro fondatore del gruppo di tifosi blucerchiati Campani al Seguito, che raccoglie sotto un unico vessillo tutti i nati, o comunque attualmente residenti, della Campania che rispondono a un’unica fede: la Sampdoria.

Emanuele, l’anno scorso la Juve Stabia, quest’anno il Benevento: la Coppa Italia della Samp passa dalla Campania. Pensi però l’esito finale possa essere diverso?
Magari passasse davvero dalla Campania…almeno potremmo sostenerla dal vivo. Scherzi a parte, la Coppa Italia è una manifestazione che l’U.C. Sampdoria ha sempre onorato e i trofei vinti (e le finali perse) dimostrano quanto siamo attaccati a questa coppa. Il Benevento? Un piccolo ostacolo verso il turno successivo e il finale, rispetto allo scorso anno, non è che può essere diverso: DEVE essere diverso.

L’ultima Coppa Italia che ci ha visto ben figurare ci venne strappata da Delio Rossi e la sua Lazio. Ora Rossi è con noi: la storia può ribaltarsi?
E’ presto per dirlo: onestamente a me basta che chi scende in campo dia tutto per questa maglia, poi dove si arriva è relativo. Amichevoli a parte, è la nostra prima uscita ufficiale, per arrivare in fondo ce n’è di strada da fare.

In Campania, specialmente a Salerno, c’è un grande affetto e stima per Rossi, tral’altro ricambiata. Qual è il rapporto che intercorre ora col tecnico doriano?
A Salerno, dopo il Santo Patrono, credo che Delio Rossi sia la figura più amata. Ha dato tanto alla città di Salerno e alla Salernitana e Salerno ha fatto altrettanto con lui. E’ un maestro, uno che insegna calcio, non un semplice allenatore.

Un mercato che fino a ora ha detto più in uscita che in entrata. Molti tifosi hanno mugugnato per la cessione di Munari e gioito per quella di Zaza. Qual è il tuo parere sulle operazioni svolte fino a ora?
Ognuno è libero di vivere come vuole la Sampdoria, ma molti già me li vedo insultare il Salamon di turno in Gradinata al posto di cantare. Se certe scelte sono state fatte è perché l’allenatore ha ritenuto alcuni uomini non consoni al suo modo di fare calcio. Io sono un tifoso, non discuto sulle scelte tecniche, non ne capisco e non mi compete. Fino a quando non è il campo a dire se siamo completi o se manca qualcosa, non vedo il motivo di mugugnare. Il punto è sempre lo stesso: qual è l’obiettivo? Penso che la società sia stata chiara: la salvezza. Per salvarti non serve prender Messi, servono corsa, sudore, cuore, motivazioni…ma il discorso è sempre lo stesso: se sei chiaro e dici che parti per salvarti alla gente non sta bene. Se invece per accattivarti qualche simpatia dici che l’obiettivo è l’Europa e poi la squadra si dimostra non consona, allora gli stessi di prima di diranno “a noi bastava che ci avessero detto che partivamo per salvarci…”. Per rispondere nello specifico alla tua domanda: Munari non credo rientrasse negli schemi di Rossi, Zaza è un bambino viziato che non ha dimostrato nulla…anzi no,una cosa l’ha dimostrata: è sceso in serie C. Per come porta i capelli pensavo andasse al Milan, invece ha rinunciato a giocare nella Sampdoria per andare nel gloriosissimo Sassuolo. Una volpe insomma.

Passiamo alla vostra realtà affermata: che programmi avete quest’anno e quali sono le trasferte sicure per ora?
Ci auguriamo di crescere come club: ormai siamo quasi al terzo anno. Abbiamo macinato tanti km e speriamo di poterne macinare altrettanti per stare al fianco della Sampdoria, che è l’unica cosa che conta. A me piace dire, quando sento brontolare, “meno chiacchiere e più trasferte”.

L’anno scorso siete stati protagonisti sfortunati del rinvio della gara con l’Inter, così come i ragazzi dell’Alpe Adria. Pur apprezzando moltissimo il vostro non voler polemizzare all’epoca sulla situazione, c’è qualcosa che, da tifoso, vorresti chiedere alla società per un tifo meno sudato e meno frustrante?
In quell’occasione, più che la decisione del rinvio in sé, che poteva anche starci per la paura generata dalla tragedia dell’alluvione, ciò che mi dette fastidio fu la chiara subordinazione alla richiesta della società Inter, che quella partita proprio non voleva giocarla perché non aveva a disposizione alcuni dei suoi uomini migliori. Così come sopra ho scritto che i tifosi devono fare i tifosi, alla società una tiratina d’orecchie ogni tanto va fatta, giusto per ricordarle più spesso che rappresenta l’U.C. Sampdoria. Per un tifo, come tu dici, “meno sudato e meno frustrante” credo che la società possa fare ben poco. Da quando hanno messo i biglietti nominali prima e quella porcheria di Tessera del Tifoso dopo, è finito il piacere di andare allo stadio. E’ diventata un’avventura, a volte un’epopea e la società si è semplicemente adeguata alle disposizioni che sono arrivate dai piani alti.

Chiudiamo con una scommessa. Questo sarà l’anno di…?
I giocatori non mi interessano, questo deve essere l’anno della Sampdoria.

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