2013

Esclusiva – Ferrante: «Cancellate fallimentari; è mancato il dialogo cittadini-istituzioni»

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“Ghetto”, “Alcatraz”. Ci siamo capiti? Il riferimento è chiaro e non può non essere rivolto alle nuove “cancellate della discordia”, installate durante l’estate lungo il perimetro dello stadio “Luigi Ferraris”. Le polemiche si sono alzate quando a Marassi sono scesi i Campioni d’Italia della Juventus, richiamando allo stadio circa 30.000 persone: tanti i disagi negli ingressi – specie in quello di via Casata Centuriona che porta in Gradinata Sud – proprio come ci avete sottolineato voi tifosi. Il problema non è finito qui: i ponti levatoi che difendono il fortino del Ferraris si alzeranno qualche ora prima delle 20:45 di domenica 15 settembre. In programma c’è la stracittadina numero 107 della Lanterna e, dunque, non sono esclusi nuovi disagi e nuove diatribe.

Per cercare di approfondire la spinosa questione, la redazione di SampNews24.com ha parlato con Massimo Ferrante, presidente del Municipio Bassa-Valbisagno: «Le cancellate si sono dimostrate fallimentari perchè rischiano di creare una servitù ancora più pesante al traffico, alla sosta e alla mobilità di Marassi. Non è tanto un problema di ordine pubblico ma sono molto più preoccupato circa l’impatto che può avere sul quartiere. E’chiaro che il derby richiama tantissime persone e se la situazione non viene gestita bene rischiamo di mandare in tilt Marassi».

Qual è stata la risposta degli abitanti di Marassi alle nuove cancellate installate in estate?
«Chi vive a Marassi sa che lo stadio è una croce, perchè comporta una pesante servitù per i residenti. Detto ciò l’assenza del Luigi Ferraris lo trasformerebbe in un quartiere dormitorio. Voglio dire a tifosi e residenti che ho chiesto all’amministrazione comunale di far parte del comitato sicurezza: non capisco come un municipio di 80.000 abitanti non possa e non debba essere invitato al comitato sicurezza per decisioni che vanno ad incidere sulla vita delle persone che ci abitano e che frequentano lo stadio per il piacere di partecipare all’evento sportivo».

Cosa si sente di dire agli organi preposti alla soluzione di questo problema?
«È dal 13 agosto che chiedo ufficialmente, attraverso gli organi di stampa, che ci si sieda attorno ad un tavolo insieme al Prefetto ed a tutti gli enti preposti per poter ridiscutere la questione. Fare un lavoro non significa che bisogna necessariamente smontarlo: vuol dire che si può pensare di avere l’umiltà di sedersi attorno ad un tavolo per vedere quali migliorie possono essere apportate per renderlo più efficace nei confronti di chi va all’evento sportivo e meno impattate per chi ci vive».

Ci sono novità rispetto al 13 agosto?
«No, tutto fermo, non mi ha mai cercato nessuno. Ho fatto dichiarazioni pubbliche in tv e sul giornale (Secolo XIX, ndr) e nessuno si è fatto vivo».

Quali possono essere le soluzioni?
«È necessario capire come poter fare delle modifiche opportune a queste cancellate per rendere l’afflusso al Ferraris un po’ più ragionevole e rimediare all’intervento fatto che è costato 300.000 euro. Chi vive attorno allo stadio sa di abitare intorno ad una servitù ma questo non significa che non debba essere mai coinvolto. La servitù si può accettare ma bisogna rispettare la gente e comunicargli le cose. Non voglio spostare lo stadio: Marassi non deve morire ed essere trasformato in un quartiere dormitorio. Usiamo i municipi per dialogare con la gente. Bisogna trovare tutti i modi possibili per far si che i cittadini che vivono la servitù siano trattati da “cittadini” e non da servi ma soprattutto trovare quei palliativi in modo tale che le norme non vengano sempre applicate in maniera becera».

Ad esempio?
«Ma perchè devo fare delle cancellate di due metri e mezzo effetto antracite o Alcatraz? Perchè non posso dargli del colore o trovargli delle mimetizzazioni? Esiste anche un modo di fare gli arredi. A fianco del Museo del Mare quando volevano mimetizzare il depuratore, hanno fatto il camino con una serie di colori che dalla Sopraelevata non ha un brutto effetto estetico. Si poteva rendere la situazione meno impattante a livello visivo. Nella vita sono un tecnico ed è vero che si applicano le normative ma da nessuna parte c’era scritto che le cancellate dovevano essere fatte in quel modo. Si potevano trovare soluzioni diverse, come ad esempio cancellate removibili invece che dei blocchi fissi come sono adesso».

Quali sono i problemi intrinseci dell’applicazione della normativa?
«Ci sono modi e modi di applicare una normativa, di arrivare alla stessa soluzione tecnica e di comunicarla. E qui non è stata comunicata. Perchè non ci può essere un dialogo con i cittadini per informarli che bisogna rispettare una normativa? Invece l’imposizione è tipica di una burocrazia medievale in cui il cittadino è un suddito, il prefetto un monarca ed il Comune esegue. Nel Nord Europa c’è il dialogo con il cittadino; poi chiaro che il cittadino non ha le competenze tecniche e amministrative per decidere ma il fatto di farla e non utilizzare i municipi è come andare in terza in macchina senza sapere che c’è la quarta e la quinta».

Cosa ne pensa dell’ipotesi stadio di proprietà della Sampdoria alla Fiera?
«Sono favorevole. Se la città smettesse di decrescere, può tranquillamente avere anche due stadi, dove quello nuovo può ospitare eventi di primo piano e l’altro può essere un contenitore di un altro tipo di eventi sportivi (basket, pallavolo, rugby). Una città che torna a crescere ed a scommettere sul futuro può essere matura per ospitare due strutture sportive di rilievo, a patto che lo stadio di Marassi continui ad essere un volano economico per il territorio. Se mi dice che la creazione del nuovo va ad annullare quello vecchio le rispondo di no perchè è un concetto che non crea sviluppo ma che lo sposta da un’altra parte. Per me l’ideale che è il Genoa acquisisse il Ferraris e che la Sampdoria si costruisca un nuovo stadio come ha fatto la Juventus a Torino».

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