2013
ESCLUSIVA – Benevento, Signorini: «A Genova per giocarcela, ma sarà dura. Temo Eder e Gabbiadini»
Sabato la Sampdoria sfida in Coppa Italia il Benevento: gli stregoni hanno battuto il Lanciano per 2 a 0 in trasferta e si lanciano verso Marassi per una gara da ricordare per quest’annata. Prima di avviare il campionato di Prima Divisione, dal prossimo primo settembre, infatti, i sanniti potranno togliersi la soddisfazione di scendere in campo al Ferraris. Per qualcuno questa sfida ha un sapore speciale e quel qualcuno è Andrea Signorini, difensore del Benevento ed ex Genoa, tral’altro figlio d’arte: Andrea, infatti, è il terzo di quattro figli di Gianluca Signorini, la bandiera del Genoa morta nel 2002 per la SLA, la stessa malattia che ha colpito e ucciso Stefano Borgonovo. Per lui aria di derby e ai nostri microfoni Signorini ha parlato della sfida che sarà.
Andrea, sabato si torna a Genova per una sfida che profuma di derby. Come vivi l’attesa e che sensazione hai avuto al sorteggio del tabellone?
L’emozione è stata unica: prima di sfidare il Lanciano ovviamente sapevamo che avremmo incontrato la Sampdoria se fossimo andati avanti. Siamo una squadra di Prima Divisione, quindi giocare contro una società di Serie A è già di per sé importante. Per quanto riguarda il ritorno a Genova io ovviamente ho giocato nel Genoa, in tutto il settore giovanile e poi in prima squadra: l’emozione è ovviamente forte per me perché lo sento come se fosse un vero derby, appunto.
La tua carriera dice che il Genoa ha creduto poco in te. Avresti potuto calcare le orme di tuo padre, però poi cos’è che è andato storto?
Raccontiamola bene. Sono andato a giocare in prestito ad Alessandria e poi sono andato al Benevento: qui sono stato riscattato alle buste. Semplicemente perché il Benevento ha creduto di più in me in quel momento e ha messo una cifra più alta nelle buste. Sono stato anche contento, in sincerità, perché far parte di questa squadra per me significa molto e d’altronde il Genoa in quel momento non mi riteneva all’altezza. Però se posso aggiungere qualcosa direi che il Genoa è stata la squadra di mio padre e io vorrei crearmi un futuro tutto mio senza farmi influenzare e senza sfruttare troppo il mio cognome. Se dovesse tornare la possibilità di tornare a Genova, e al Genoa, ovviamente ne approfitterei subito. Questo è ovvio.
Tornare a Genova sabato significa provare a vincere col Benevento, prendersi una rivincita sul Genoa o cercare di vincere il tuo personale derby con la Sampdoria?
Nessuna rivalsa col Genoa, ovviamente. Mi hanno fatto crescere e non ho nulla da rivendicare nei loro confronti, anzi. Noi ovviamente proveremo a fare del nostro meglio e andremo a vincere. È dura perché ci sono due categorie di differenza che ci separano però questa partita è il nostro premio personale: abbiamo fatto un ottimo pre-campionato e le prime due partite ufficiali ci hanno permesso di confermarci.
Benevento, Frosinone e Lecce sono le uniche tre squadre di Lega Pro che sono arrivate al terzo turno della Coppa Italia. E’ il segnale giusto per far capire che quest’anno puntate alla B?
Come tutti gli anni noi puntiamo alla B. Il presidente ha formato una squadra importante e già come visto negli anni passati non saranno i grandi nomi a fare la squadra, ma tutto l’insieme. Alla fine dell’anno vedremo, anche perché è un girone combattuto e potremmo dire che è quasi una Serie B.
Parlando della partita dal punto di vista tattico, c’è un giocatore della Sampdoria che temi particolarmente?
Tutti danno problemi nella Sampdoria, altrimenti non sarebbero lì. Eder e Gabbiadini penso però siano i giocatori da tenere più a bada, ma io parlo per il mio ruolo che è quello da difensore.
Si va a Genova per provare l’impresa o per cercare di limitare i danni contro la Sampdoria?
Andiamo a giocarla al meglio delle nostre possibilità. D’altronde non si può mai dire mai nel calcio. Tutto può accadere.
Esprimi un desiderio: un gol alla Sampdoria sabato o un gol al Pisa in campionato sotto la gradinata intitolata a tuo padre?
Non è facile (ride, ndr). Dico un gol al Doria, perché del Pisa sono grande tifoso e non vorrei far loro un dispiacere.