2013

Esclusiva – Alessandro Bonan: «La Samp gioca male e Delio Rossi mi ha deluso. Su Viola-Doria…»

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Giornalista per professione, cantautore e scrittore per passione. Riduttivo racchiudere la storia di Alessandro Bonan dietro queste etichette. Un uomo diventato grande una volta emigrato dalla gloriardica Firenze. Da nove anni a questa parte il suo “Speciale Calciomercato”, in onda su SkySport, è diventato un “cult” per generazioni di calciofili: le sigle da lui scritte, il suo unico modo di tenere il palcoscenico a metà tra il comico e il savoir-faire. Senza dimenticare il suo compagno di giochi e di notizie, Gianluca Di Marzio. Un programma “da non svolta”, come direbbe Bonan, ma che tira proprio perchè illumina gli occhi di chi sta davanti al televisore, come un gioco di llusionismo, ogni sera.

Un uomo così romantico, con l’affabilità del toscano puro sangue, non poteva fermarsi allo piccolo schermo. La passione per la scrittura l’ha portato al debutto da romanziere con “Anatomia di una voce”, noir fiction di un incastro di voci a base psicologica che distacca la storia dall’ambito pallonaro. “Ce ne saranno altri di romanzi (è una minaccia)”, precisa lui. 

Con lui però ci soffermiamo sull’analisi di Fiorentina-Sampdoria, che andrà in scena domani – domenica 10 novembre – alle ore 20.45. La crisi della Sampdoria e di un sempre più instabile Delio Rossi contrapposta alla fantasia – quasi romanzesca – della Viola di Montella. 

Alessandro, la Samp viene da un momento estramamente complicato (2 vittorie in 12 partite). Come analizzi le prime dodici giornate dei blucerchiati?
«Anche in relazione al mercato, pensavo che la Sampdoria potesse fare una stagione più importante di quella che ha fatto fin qui perchè ero convinto che si consolidasse il lavoro di Delio Rossi. Credevo molto nella figura dell’allenatore, pensavo fosse una parte centrale della stagione blucerchiata; invece sotto questo aspetto ho ricevuto una grande delusione: non soltanto perde troppe partite ma gioca male ed è questa la delusione più grande quest’anno». 

La gara del Franchi sarà da dentro-fuori per Delio Rossi. Qual è il tuo commento personale?
«Quando ci sono queste stagioni un po’ tutto non funziona, dall’allenatore alle scelte di mercato. Mi sento di dire che la Samp è una società all’altezza della situazione. Ha un presidente e una proprietà di grande spessore. Mi sentirei di escludere beghe interne alla società tra le cause della stagione negativa. E’anche vero che dal punto di vista tecnico è una squadra che doveva avere un po’ più di qualità sul campo e ha difficoltà davanti e dietro e per questo è una squadra strana, non da Delio Rossi».

Come valuti l’inizio di stagione in sordina di Manolo Gabbiadini?
«Secondo me la pecca più grande è quella di non averlo fatto ancora esprimere al meglio. Mi aspettavo tanto di più dalla Samp perchè mi aspettavo moltissimo da Gabbiadini. E’un giocatore che ha dei numeri importanti, che per ora ha fatto vedere a sprazzi». 

Giochiamo in anticipo Fiorentina-Sampdoria. Come vedi questa partita?
«La partita non la vedo bene per la Samp. Mentre i blucerchiati hanno smarrito il gioco, la Fiorentina ha messo al centro della propria storia attuale il gioco. Infatti è una squadra che non a caso spesso rimonta proprio perchè non si perde d’animo, sa che ha un organico importante che per altro prescinde da determinati protagonisti perchè ultimamente gioca con le riserve. Sono due formazioni che si comportano in maniera diametralmente opposte: da una parte non c’è gioco, dall’altra c’è un grande gioco. La Fiorentina ha un grande gioco, con il difetto di avere scarsa concretezza in avanti. E’una squadra fortemente organizzata quindi è uno degli avversari per la Sampdoria in questo momento».

Se la Sampdoria fosse un romanzo…
«Domani è una battaglia senza me di Javier Marias perchè in Fiorentina-Sampdoria c’è il futuro di Delio Rossi. Ci sarà sicuramente qualcuno a cui Delio Rossi è affezionato che penserà a lui nella battaglia del “Franchi”. E allora mi viene in mente questo titolo di Marias».

E se fosse una canzone…
«Riders on the Storm dei Doors, pezzo che ho utilizzato l’altra sera per introdurre Barcellona-Milan. Siamo sempre tra battaglia e tempesta, almeno diamo un clima epico a questa partita».

Se dovessi scegliere il protagonista del tuo prossimo romanzo, chi prenderesti tra Gabbiadini e Pepito Rossi?
«Gabbiadini è ancora troppo poco espresso per poterlo prendere come protagonista di un romanzo, ha detto troppo poco di sè. Pepito Rossi ha una storia particolare dietro, che è fatta di emigrazione, è un italiano americano, che conosce due mondi e due culture diverse. Ha conosciuto la sofferenza di un grande infortunio, è un uomo praticamente finito per il calcio che è risorto. E’la storia di una risurrezione. Quindi scelgo Pepito Rossi». 

Ci sveli una curiosità sulle sigle, che scrivi e canti, di “Speciale Calciomercato”?
«Ho un approccio alla sigla molto scolastico. Mi metto lì e dico “adesso devo trovare la prossima sigla della trasmissione”. Cerco di trovare qualcosa di orecchiabile perchè è una trasmissione di calcio. Cerco di dare un’immagine a quello che scrivo. Quando ho scritto “La Fonte” ho pensato a tutte le notizie che passano sul telefonino di Gianluca Di Marzio, a cui lui può attingere per dare le notizie. Per la prossima sigla di gennaio mi sono immaginato la scena di una ragazza che cerca di amalliare il fidanzato mentre lui è distratto perchè sta vedendo il calciomercato. Per me è solo un divertimento tanto è vero che il ricavato va in beneficenza e non vorrei qualcuno pensasse che ci sia una volontà esibizionistica in quello che faccio. E’anche un modo diverso di fare comunicazione sul programma, si parla del programma anche per la sigla».

Pronostico: chi vince domani sera?
«Vince la Fiorentina perchè gioca troppo meglio. La Viola ha questa identità di gioco precisa che la Samp ancora non ha. E’anche vero che la squadra di Montella in casa si è incartata, quest’anno è successo un paio di volte. Ha giocato anche meglio, tenendo il pallino del gioco, senza riuscire a vincere. Il fatto che Delio Rossi si giochi tutto in uno stadio come quello di Firenze, dal quale era uscito in maniera piuttosto ingloriosa, ha un che di epico e di romanzesco. A volte ci sono tanti romanzi che sembrano avere il finale scontato che in realtà non è». 

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