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Eleven Finance, sequestro preventivo: la decisione del tribunale
Eleven Finance, ecco la decisione del tribunale per il sequestro preventivo dell’azienda riconducibile a Massimo Ferrero
Il collegio dei giudici ha confermato il sequestro preventivo della società Eleven Finance, riconducibile, secondo la procura di Paola, a Massimo Ferrero, ex presidente ed attuale proprietario della Sampdoria.
DISSESTO FINANZIARIO IMMANE – «Dalla complessa attività d’indagine è emerso come l’attività d’impresa riferibile al gruppo economico facente capo a Massimo Ferrero e riferibile ad altri co-indagati attorno a lui gravitanti per ragioni di parentela e/o cointeressenza, fosse sin dal principio o, quantomeno, sia presto diventa una vera e propria impresa illecita, volta all’elusione di obblighi economici e, in primis, quelli fiscali. Ne è derivato un dissesto finanziario ed economico immane, che ha comportato il fallimento di alcune società interessante dalle operazioni (Ellemme Group Srl, Blu Cinematografica Srl, Blue Line Srl, Maestrale Srl, con una esposizione debitoria pari a 19.820.937,99 euro ed un totale di distrazioni pari a oltre 13.189.622,85 euro), con totale o prevalente pregiudizio dei creditori».
ARTIFICI CONTABILI – «Concessione di finanziamenti ad altre società, attività di per sé estranea all’oggetto sociale delle concedenti e per importi rilevantissimi, sproporzionati alla dimensione dell’impresa, e a titolo gratuito; rinunce a crediti e accollo di debiti di enorme rilevanza, a titolo gratuito, in favore di alcune delle società e in danno delle medesime società che poi sono fallite; false informazioni sociali e camuffamento di perdite in bilancio che di fatto hanno consentito alle società di posticipare l’emersione dello stato di dissesto delle società, facendo sì che nelle more le medesime potessero continuare ad operare nel senso fraudolento anzidetto».
ELEVEN FINANCE – «La Eleven Finance risulta essere una delle maggiori beneficiarie dei vantaggi finanziari generati dall’impresa illecita del gruppo Ferrero, attraverso i plurimi delitti di bancarotta fraudolenta. Per questo motivo, scrivono i giudici, “trattandosi di sequestro finalizzato alla confisca di denaro siccome profitto del reato, la circostanza che vi siano stati prelevamenti di contante pone un sigillo sul nesso di derivazione tra il reato e l’arricchimento del patrimonio dell’indagato se si tiene conto delle modalità delle condotte incriminate e tanto basta per procedere al sequestro di quantità di denaro rinvenute nella sua disponibilità».