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Ekdal è già innamorato: «La Sampdoria è la mia soluzione perfetta»
Ekdal traccia un bilancio della sua esperienza in blucerchiato: «Giochiamo bene, Giampaolo ha le idee chiare. Obiettivi? L’Europa»
Arrivato in estate dall’Amburgo, Albin Ekdal ci ha messo poco a riadattarsi al clima della Serie A e a prendere le redini del centrocampo della Sampdoria. Nonostante i dubbi palesati da molti sulla sua effettiva capacità di ricoprire il ruolo di regista, infatti, lo svedese ha saputo far ricredere i propri detrattori con prestazioni di livello, personalità e sostanza. Come contro il Parma: «Giochiamo bene, è vero, e le percentuali di possesso palla così alte – 71,1% contro i ducali, ndr – lo confermano. Contro il Parma abbiamo creato tanto, avremmo voluto far gol anche nel primo tempo, e ripensandoci la vittoria poteva anche essere più ampia. Ma, alla fine, l’importante è avere giocato bene e soprattutto, come vogliamo noi. Ora puntiamo a ripeterci a Empoli».
Riadattarsi alla Serie A, si diceva, non è stato difficile per Ekdal, anche perché la voglia di tornare in Italia, dopo tre anni ad Amburgo, era tanta: «Qui sono stato sette anni – ha affermato il centrocampista a La Gazzetta dello Sport – , e se a una persona non piace un Paese non resta così a lungo a giocare lì. Invece qui mi sono trovato bene, ho imparato la lingua, ho capito bene il campionato e il modo di vivere degli italiani. Sapevo che con queste basi sarebbe stato semplice inserirmi rapidamente in un nuovo gruppo. La Samp si è rivelata la soluzione perfetta per soddisfare questo mio desiderio. Non avrei potuto chiedere di meglio. Una Serie A cambiata? Il livello è cresciuto, il gioco è più veloce, i ritmi più alti, almeno così la vedo io».
Aver ritrovato Giampaolo in panchina dopo il periodo di Cagliari è stato poi un ulteriore aiuto per lo svedese: «All’epoca avevo diciannove anni, siamo rimasti insieme tre mesi, quindi non molto. Però già sapevo quanto fosse bravo sulla tattica, e lo sta confermando. Ha le idee chiare, proviamo a capire la sua idea di calcio che non è sempre facile. Ma quando ci riusciamo, giochiamo partite come quella contro il Parma. Giochiamo a memoria, ma ancor più importante è la possibilità di variare il gioco, andando per esempio di più sulle fasce, se e quando serve».
A proposito invece del posto in regia, Ekdal ha dovuto sostituire un pezzo da novanta come Lucas Torreira. Missione che, per il momento, sembra egregiamente riuscita, pur con un’interpretazione giocoforza diversa del ruolo rispetto all’uruguaiano: «Mi ha aiutato molto il passato italiano. Non è facile entrare velocemente in un club italiano se non conosci già il campionato e la lingua. Io do tutto per la squadra, non sono individualista. Se volete confrontare i miei numeri con chi c’era prima fate pure – taglia corto il centrocampista -, ma a me non interessa. Obiettivi con la Samp? Aspettiamo maggio, ma il nostro obiettivo è arrivare il più in alto possibile, in Europa. Qui ci sono tre squadre superiori a tutte le altre – Juventus, Napoli, Inter, ndr -, ed altre sei o sette che si giocano un posto nelle coppe. Siamo fra quelle». Ultima battuta sul connazionale-rivale Oscar Hiljemark, centrocampista del Genoa. Fuori dal campo il legame della madrepatria li unisce a dispetto della rivalità di colori: «Lo conosco da tanti anni, abbiamo giocato insieme anche in nazionale. È bello ogni tanto poter parlare in svedese», ha concluso Ekdal.