2014

Eder: «Segno poco, ma va bene così. Gioco per la squadra»

Pubblicato

su

Quel numero 23 blucerchiato corre. Corre tanto. “Soli” due gol in campionato, ma se diamo un’occhiata ai dati fisici di Eder per ogni partita fanno una certa impressione. Distanza 10.800 metri e equivalente (ovvero la stessa energia spesa, ma utilizzata in una corsa continua) 12.200 metri. In più una potenza metabolica (velocità per costo energetico) 10.3 watt/kg: «A me sembra buono. E che dice il prof?». Bovenzi ribadisce che il brasiliano può fare di più: «Lui dice sempre così a tutti. Oggi se non sei al cento per cento fisicamente non giochi, ma dico in generale, non solo alla Sampdoria».

GOL E CLASSIFICA – Al brasiliano viene riconosciuta la corsa, ma qualcuno dice ancora che Eder segna poco: «Mihajlovic ci ha chiesto fin dal primo giorno tanto sacrificio, per il bene della Sampdoria. E dal momento che i risultati arrivano, va benissimo così. È vero: io sono una punta, ma nel calcio di oggi, sopratutto nel 4-3-3, gli attaccanti devono essere i primi difensori. Io sto cercando di migliorare anche nella fase di non-possesso, per una punta moderna è un aspetto primario del gioco». Sentir parlare così un attaccante brasiliano è strano: «Beh, non hai la gioia personale del gol. E poi il gol non è sempre sinonimo di positività. Mi spiego: con Delio Rossi avevo segnato quattro gol in otto partite, però eravamo quasi ultimi in classifica. Finora ne ho segnati due in undici e siamo quarti. Meglio, no?».

PASSATO – In passato, del resto, Eder ha già affrontato periodi di astinenza. A Cesena, ad esempio, aveva segnato solo alla diciassettesima: «A me fa un immenso piacere, ma non segnare non mi cambia niente. In fin dei conti qualche occasione ce l’ho anche avuta in quest’avvio di stagione, ma non è andata bene. Però penso di aver dato il mio contributo e questo mi fa uscire dal campo soddisfatto, come se avessi fatto gol. Anche a Cesena ero stato a un po’ secco, e pure a Brescia. Però gli allenatori mi hanno fatto sempre giocare. E allora mi dico che se uno gioca sempre, magari qualcosa di buono si fa… nella scorsa stagione il famoso decimo gol l’ho segnato con il Chievo dopo dieci turni in bianco. Penso che Mihajlovic mi schieri per le mie qualità ma anche per l’equilibrio tattico».

PRESENTE – La rete segnata alla Fiorentina da Eder – la prima in questa Serie A – ha dato però la sensazione di esser stata una sorta di liberazione: «Sì, ma se non segno non mi dispero. Penso che sia una mia forza. Uno pensa, dice così per dire. Invece è così. Anche De Silvestri me l’ha detto: «Questa è una bella cosa che hai. Giochi per la squadra e non ti pesa». Chissà, magari a volte può essere un difetto ma finché sono contento della mia prestazione, sono contento e stop. A prescindere dal gol».

CATENACCI – Se nelle prime partite tirava poco, nelle ultime due (coincise con il gol) Eder è andato molto meglio: «Dipende anche degli avversari. Le grandi ti lasciano più spazi. Le altre meno. E poi questa Samp incute timore. Sassuolo e Torino contro di noi hanno cambiato modo di giocare, sono state difensive – ribadisce il brasiliano a “Il Secolo XIX” -. Le squadre di Ventura di solito non giocano così… ricordo il mister che dalla panchina urlava continuamente a Molinaro: «Dove vai… fermati». Però siamo molto contenti del periodo che stiamo vivendo. Perché ce lo siamo meritati. L’altro giorno Emilio (De Leo, il tattico) ci ha detto che più compatta da noi, a livello di distanza tra i reparti, c’è solo la Juventus. Ci ha fatto piacere».

ITALIA E SAMP – Intanto dopodomani sarà il suo compleanno: «Ventotto anni. Mamma mia quanti… da quasi dieci sono in Italia. Ho quasi 250 partite da professionista per 84 gol. Un po’ segno, però…». E tra cinque gare saranno 100 con la Sampdoria: «Finora ho segnato 29 gol in blucerchiato, sarebbe bello fare 100 e 30. Ho cinque partite per riuscirci». Ci si chiede quale gol sia più bello tra il suo contro la Fiorentina e quello di Tevez contro il Parma: «Dai, quello di Tevez». Però il suo goal è stato in testa alla classifica di Goal Deejay: «Forse perché era il primo quest’anno…».

Exit mobile version