2015
Éder e la sfida a un futuro mai arrivato: «Felice di esser rimasto alla Samp»
Éder Citadin Martins continua a godersi il suo momento. Non solo il rinnovo con la Samp fino al 2020, ma anche il titolo di capocannoniere e la sensazione di essere una colonna, uno dei pochi certi ad avere il pass azzurro per Euro 2016. La sfida con l’Inter fa tornare alla mente il mancato passaggio in nerazzurro di agosto, ma lui scrolla le spalle e guarda avanti: «Spero di fare ancora gol decisivi e di conquistare i tre punti come l’anno scorso. So che l’Inter è molto forte, che ha fatto grandi acquisti: non sarà semplice per noi, ma siamo una squadra tosta, sopratutto in casa. Giochiamo tutti uniti per vincere sempre».
RENDIMENTO DA MIGLIORARE – Ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”, l’italo-brasiliano narra la nascita della Samp versione super al “Ferraris”: «Non lo so. Ci sentiamo a nostro agio, forse abbiamo più fiducia. Di sicuro possiamo fare molto bene, com’è successo contro la Roma. Non è una novità: anche l’anno scorso abbiamo fatto benissimo in casa se escludiamo il finale di campionato. Noi semmai, nello spogliatoio, ci chiediamo spesso perché non riusciamo a fare altrettanto bene fuori casa. Stiamo lavorando per migliorare anche lì a partire dal prossimo impegno, a Frosinone: se vogliamo puntare alle zone alte della classifica, i punti conquistati in casa non bastano».
FELICEMENTE BLUCERCHIATO – La sensazione è che l’attaccante sia tornato ancora più forte di prima nella nuova stagione: «C’è un fatto fondamentale: io sono felice di esser rimasto. L’interessamento dell’Inter – una squadra che ammiro da tanto – è stato un onore, ma io ho dato al presidente la mia disponibilità a restare. Io a Genova e alla Samp sto benissimo. Certo, ho vissuto momenti complicati: ricordo il lunedì nel ritiro della nazionale, con il telefono che squillava in continuazione e le voci che si rincorrevano, spesso lontano dalla verità. Tutti volevano sapere cosa succedeva. Io però ero sereno, sapevo cosa volevo».
MATURO E CONSAPEVOLE – Alla Rosa si chiedono se sia tutto qui, se forse la corte dell’Inter non ha regalato più fiducia al giocatore. Ma Éder, ancora una volta, minimizza: «Non so, non credo. Penso sia frutto della mia maturità personale. Quando sono arrivato qui avevo 24 anni, non potevo essere la persona che sono adesso. Tra non molto compirò 29 anni, sono più conscio di quanto sia importante allenarsi, vivere da atleta, preparare le partite con meticolosità. E poi con il tempo impari a cancellare in fretta il passato e proiettarti sul presente. Quello che è successo non conta: se stai a pensare agli errori che hai fatto a Bergamo, non ti prepari nel modo giusto alla sfida all’Inter. Mi sono ritrovato uno stimolo in più: se avessi fatto male, avrebbero detto che ero scontento e volevo andar via».
CANNONIERE E CASSANO – Così il numero 23 blucerchiato si è ritrovato sul trono dei cannonieri: «Io non mi sento molto diverso da quello che ero l’anno scorso. La differenza la fanno i gol: un anno fa mi ci vollero dieci partite per segnare una rete. Stavolta ne ho fatte sei in altrettante gare, ma ricordo bene che anche all’inizio della scorsa stagione Mihajlovic mi diceva sempre di non preoccuparmi. Se avessi giocato così, i gol sarebbero arrivati: è un momento così, particolarmente positivo, e me lo godo». E ora potrebbe arrivare anche il turno di Cassano: «Sicuro: lui è quasi a posto e presto ci darà una grande mano».