Eder: «Derby, che spettacolo. Europa? Vediamo a fine campionato» - Samp News 24
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2015

Eder: «Derby, che spettacolo. Europa? Vediamo a fine campionato»

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L’arrivo a Genova è stato quasi casuale, ma fortemente voluto dall’allora tecnico blucerchiato Beppe Iachini. Un’operazione che ha cambiato le sorti della Sampdoria in quell’anno di B: «Gennaio 2012, ero appena arrivato qui. Mister Iachini e il nostro team manager Giorgio Ajazzone mi invitarono a visitare con loro il santuario della Madonna della Guardia». A parlare è Eder Citadin Martins, eroe del Doria d’oggi, che parla ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”: «Un fascino incredibile, anche perché sono cattolico. Ora salgo lassù una volta ogni due settimane con la famiglia. La mia Genova è iniziata qui».

DERBY E SCALATA – E sabato sera c’è l’appuntamento che ferma tutta Genova, ovvero il derby: «Impossibile dimenticare lo spettacolo. Dal pullman, quando arrivi al Ferraris, vedi coppie di ragazzi in motorino, uno con il casco della Samp e l’altro con i colori del Genoa. In nessun altro luogo accade una cosa simile. Dovremo onorarlo anche in campo». Una scalata partita dalla B nel 2011-12. Di quella squadra non ne sono rimasti tanti: «Siamo rimasti cinque in una rosa di 25 giocatori. Oltre a me, ci sono Romero, Palombo, Obiang e Soriano. Palombo giocò i primi sei mesi a Genova».

COME CEREZO – Brasiliano di Lauro Muller, l’attaccante ha ripercorso le orme di un altro famoso calciatore verdeoro che ha fatto la storia della Sampdoria, quel Toninho Cerezo che definiva «il calcio come riso con i fagioli, cioè il piatto più buono del mondo». Eder la condivide: «Una definizione splendida. Cerezo intendeva dire che il calcio è una cosa semplice, quello è il nostro tipico piatto: si cresce così, a riso con i fagioli. Significa parlare di un pallone senza tensioni. Quando finisce la gara, stop. Io non porto mai il calcio a casa, nel bene e nel male».

CASA DOLCE CASA – Lauro Muller rimane nel cuore: «Torno a casa due mesi all’anno. Sono partito giovanissimo, destinazione Italia, ma a fine carriera tornerò là». Nel passato, un ricordo particolare lo merita il Frosinone, in questi giorni citato da Lotito come esempio di squadra che non debba raggiungere la Serie A: «Io credo che debba parlare solo il campo. Se la squadra più piccola s’è guadagnata il diritto di essere promossa, è giusto che salga di categoria. Conosco bene la realtà di Frosinone. Lì, come altrove, hanno fatto grandi sforzi economici per arrivare in alto».

MOMENTO DA SUPERARE – Ora la Samp versa in qualche difficoltà, ma il brasiliano è fiducioso che la sua squadra ne uscirà: «Abbiamo perso quattro gare in 23 giornate, siamo in una posizione di classifica che nessuno si sarebbe sognato a inizio stagione. Il mister è sereno, siamo consapevoli della nostra forza. Se pensate ai nostri ultimi avversari… dopo aver giocato con noi, l’Empoli ha perso pochissimo facendo risultati importanti, il Sassuolo è cresciuto moltissimo, il campionato del Palermo parla da solo. E il Torino è in serie positiva da una vita. Un calo di due-tre gare può esser messo in preventivo, ma non so se sia imputabile al mercato».

DERBY DA RIVINCERE ED EUROPA – Eder punta all’ennesimo successo nei derby della Lanterna, lui che ne ha vinti già tre. Mihajlovic è fermo a due successi di fila, mentre la Samp non ne vince tre di fila dal 2002-03: «Proverò a vincere il terzo di fila, ma è già stupendo giocarlo da quassù. Un fatto di grande prestigio. Ricordo il primo di Mihajlovic: Samp in difficoltà, ma vincemmo noi. Come dice il mister, l’importante è testa tranquilla e cuore caldo». Nessun programma a lunga distanza però, specie se si parla d’Europa: «Ne riparliamo nelle ultime quattro giornate se la classifica fosse ancora questa. Restiamo sereni: io parlo poco, un po’ di più in campo quando mi arrabbio. Certo, avverto la responsabilità, ma l’atmosfera è bellissima. Rivalità sì, ma sopratutto rispetto».

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