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Djuricic, non doveva andare così: in sei mesi ti giochi tutto
Filip Djuricic lascia la Sampdoria e passa ufficialmente al Benevento: sta per cominciare il periodo più complicato della sua carriera
Elogio a Filip Djuricic.
Non tanto per le sue prestazioni in campo negate dalla mentalità tattica e tecnica di Marco Giampaolo, quanto per aver saputo digerire l’ennesimo fallimento della sua carriera sportiva dopo Mainz, Southampton, Anderlecht e Benfica. Come una maledizione senza fine, identica sorte gli è toccata con la maglia della Sampdoria in un calvario lungo un anno e mezzo, da quando nell’estate del 2016 venne prelevato in prestito dal campionato portoghese per tentare il definitivo rilancio nel panorama europeo. Arrivò in silenzio, senza troppo clamore per gli anni bui che ne avevano contraddistinto il passato calcistico: sarebbe da bugiardi dire che gli sia stato impedito di esprimersi al meglio, specialmente considerando la modesta continuità in campo che lo ha portato a collezionare 21 presenze tra Serie A e Coppa Italia alla prima esperienza in Italia. Nel gennaio scorso l’acquisto a titolo definitivo in cambio del ritorno di Pedro Pereira al Benfica, che lasciò presagire un cammino meno frastagliato di quello che poi in realtà è stato. L’estate successiva il rifiuto da parte dell’allenatore doriano di cederlo, malgrado la chiara intenzione di non utilizzarlo a dovere.
Vero, le alternative erano e sono tuttora più che valide e gli allenamenti settimanali rispecchiano ciò che può essere interpretato in partita, ma probabilmente un’occasione in più avrebbe permesso al centrocampista serbo di approcciarsi meglio all’idea di gioco del resto del gruppo. Con professionalità e mai una parola fuori luogo (eccetto qualche tweet di sfogo), ha accettato quella che di fatto si traduce in un’esclusione dalla rosa. Non praticamente, bensì in linea teorica. Alla soglia dei 26 anni Djuricic si gioca il tutto per tutto. Accetta la sfida, si rimette in discussione in un ambiente che non gli si addice affatto. Nulla contro il Benevento, è il contesto che stona. È paragonabile a un paradosso che un giocatore inespresso e al contempo incompreso, con doti che potrebbero tranquillamente fare invidia a mezza Serie A, lotti per non retrocedere e debba sperare di non affondare insieme alla squadra. Saranno sei mesi duri, ma sicuramente veritieri. Dimostreranno se la Sampdoria avrà avuto ragione o meno, se Djuricic sia davvero in grado di calcare palcoscenici prestigiosi oppure volgere lentamente alla conclusione della sua carriera. O quantomeno continuare senza riscontrare il successo che anni fa si sarebbe auspicato. Buona fortuna, Filip.