2015
Zenga in conferenza per Samp-Roma: «Giochiamo a viso aperto»
È un weekend da dimenticare quello appena trascorso per la Sampdoria di Walter Zenga, sconfitta a Torino per 2-0 dal solito Quagliarella, ma il campionato ha ritmi serrati e questa è la settimana del turno infrasettimanale per recuperare il tempo perso per le qualificazioni agli Europei di inizio settembre. L’impegno del Ferraris mette però di fronte un grandissimo avversario, la Roma di Rudi Garcia, ferita nell’orgoglio dal pareggio casalingo contro il Sassuolo e vogliosa di tornare a fare 3 punti e allungare su una Juventus partita male ma in netta ripresa e per mantenersi a distanza di sicurezza da un’Inter a punteggio pieno. Zenga è intervenuto in conferenza stampa poco fa, di seguito le sue parole.
SAMP – ROMA – «Come affrontiamo questa gara? Come tutte le volte che c’è da affrontare un turno infrasettimanale o un turno del giovedì. A me non da fastidio giocare 3 partite in una settimana, è normale: adesso abbiamo questo impegno, nel quale affrontiamo una squadra titolata a vincere il campionato. Sara un appuntamento importante da affrontare con la massima concentrazione. Il campionato italiano è difficile perché tutte le squadre sono forti. Abbiamo vinto contro il Carpi che ha perso all’ultimo con l’Inter. La Roma avrebbe potuto vincere col Sassuolo con un po’ più di fortuna. Sicuramente resta una delle squadre più attrezzate a vincere il campionato».
CREDERCI – «Le partite durano 90 minuti: noi domenica a Torino non siamo stati brillantissimi contro il Torino ma c’è stato fischiato nel primo tempo un fallo contro quando per noi era rigore. Se Muriel avesse fatto il furbo oppure, avremmo avuto un fallo a favore con espulsione e rigore. Ma noi non vogliamo fare i furbi, dobbiamo farcela attraverso altre cose. Le partite durano 90 minuti, magari all’inizio sono dure per tutti, quando la partita va verso la fine e si allunga vengono fuori le qualità. L’unica cosa che a me non è piaciuta, che potevamo fare meglio, è stato il crederci. Nel secondo tempo abbiamo dato la sensazione di giocare ma di non credere nella rimonta. Puoi sempre fare gol, anche alla fine, e riaprire le partite anche se manca poco».
TURNOVER – «Oggi, non so su che giornale, c’era una pagina tutta dedicata al turnover. Quando un allenatore lo fa, se la partita va bene allora ha fatto bene, sennò ci si chiede perché l’abbia fatto. Io sono dell’avviso che se una squadra sta bene, un giocatore di 20 anni, 25, 30, possa giocare anche 6 partite in un mese. L’unica cosa che cambia è il dispendio di energie psicofisiche: ma giocando normalmente non vedo alcun problema. Io ho abusato del termine timidezza, ma era un’espressione per dire che ci eravamo difesi molto bene, specie nel primo tempo; dovevamo fare meglio quando conquistavamo la palla e mettere loro nella condizione di dover correre verso la loro porta».
VISO APERTO – «Io accetto il concetto di giocare a viso aperto, non ho alcuna remora o paura. I miei precedenti con la Roma sono sempre con tanti gol, sono sempre state partite apertissime tranne un paio, l’ultima di campionato col Catania, una partita da fegato messo nel frigorifero e ripreso a fine gara, ma poi ce ne sono state tante altre in cui c’è stata una situazione con tante occasioni da una parte e dall’altra. Noi siamo sempre portati a pensare che poggi sia il nostro giorno migliore, non siamo portati a chiederci “Ma se…?”: odio questo tipo di mentalità, lo dico sempre. Ci sono ancora 33 partite compresa quella di domani. Il campionato è lungo e il Torino ha dimostrato che con un allenatore lì da 4 anni e l’ossatura della squadra costante possa fare un bel nucleo. Quando sono arrivato qui ho detto che questo era un punto di arrivo e il mio unico obiettivo è fare bene qui. Se le cose non dovessero andare bene non voglio essere di peso a nessuno e se lo dovranno ricordare tutti quanti dall’inizio alla fine».