2015
Di Carlo in conferenza stampa: «Crediamo nell’impresa»
Domenico Di Carlo ci crede, crede nella salvezza del suo Cesena che è riuscito a strappare un preziosissimo punto alla Sampdoria. L’ex allenatore blucerchiato, a Marassi per la seconda volta da avversario dopo l’addio inevitabile di quattro anni fa, può ritenersi soddisfatto della prova tutta cuore del suo gruppo, che gli consentirà di coltivare il sogno salvezza fino all’ultimo secondo di campionato.
«Non era facile ripartire dopo una sconfitta che poteva ammazzare chiunque, ma questo Cesena ha un grande cuore – commenta il mister in conferenza al termine della partita –. Dovevamo venire qui con coraggio e giocare un’altra partita sapendo che la Samp è superiore come qualità. Alcune defezioni hanno influenzato le scelte, Volta e Succi pensavo non avrebbero giocato ma hanno messo tutto quello che ho chiesto in settimana. Questo è quello che deve fare il Cesena. La Samp ci ha schiacciato molto, a tratti non siamo stati bravi, non abbiamo concretizzato alcune occasioni ma al Cesena non possiamo chiedere di più. Crediamo tutti nell’impresa, che va fatta attraverso il gioco come fatto oggi.
Quando si arriva dalla lunga rincorsa ci vogliono nuove energie. Oggi chi ha giocato ha dato un segnale importante. Dobbiamo giocare da squadra, oggi lo abbiamo fatto tutti e non abbiamo perso, questa squadra ha tutte le qualità per fare l’impresa. Oggi dobbiamo essere bravi a pensare partita per partita e avere l’atteggiamento giusto.
Mudingay era stanco, non giocava da un po’ di tempo, ma ha fatto una grande gara come tutta la squadra e attraverso questo atteggiamento dobbiamo affrontare tutte le gare.
L’anno scorso col Livorno perdemmo 4-2, fu il momento più difficile e quindi già ci rimasi male, perché perdemmo con due autoreti. La Samp ha giocatori e pubblico importante, ma io sono contento per il Cesena, per il pubblico e i tifosi. La squadra non molla di un centimetro e sono convinto che con un pizzico in più di qualità dimostrata in passato potremo vincere quelle 3 o 4 partite per salvarci».