2015

Dentro o fuori?

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Il futuro di Sinisa Mihajlovic? «È un argomento che ha rotto le scatole, per non dire altro». Siamo d’accordo. Ma vai via o resti con noi? Deciditi. Dillo prima, non dopo. Non aspettare che qualcuno venga a prenderti e ti porti lontano. Vai via perché Genova è piccola come una stanza d’albergo o resti perché all’orizzonte vedi gloria e nuove vittorie da conquistare? Dai, la verità. La mia è questa.

Ora non serve più un altro anno d’amore a pagamento. Ormai è tardi. Serve crederci. Ma prima ancora il rispetto e l’orgoglio di una squadra che arrivato a questo punto non deve arrendersi, non deve farlo. Deve alzare la testa, guardare ancora la Sud e lottare per sé stessa. Non deve pensare al futuro, non può farlo ancora. C’è un presente da confermare, un’Europa League da conquistare, gli altri da tenere dietro, nessuno escluso. Tu Sinisa sei ancora qui, ma è come se non ci fossi più, seduto scomodamente sulla nostra panchina, senza più la rabbia di prima, le magie buone di un tempo. È un uomo anche lui, è fatto di carne e di debolezze. Ora tocca alla squadra dimostrare di potercela fare anche senza il suo Generale. Ma se è vero quello che penso da sempre, questa squadra senza di te vale poco. Certamente non l’Europa, sicuramente la salvezza.

Credevo che questo finale di campionato e il tuo addio sarebbe stato diverso, voluto ma non distaccato. Sicuro ma onesto. E invece no. Nemmeno tu sei riuscito ad essere diverso. Ti ho difeso e forse lo farò ancora, perché quello che hai fatto con questa squadra non può essere messo da parte, dimenticato ancora. Non mi piace chi lo fa, chi contesta le tue scelte o formazioni e ti chiama zingaro… Tutti bravi ora a parlare, ora che le cose non vanno come prima e bisogna trovare un colpevole. Qualcuno mi rimproverava: «Bisogna restare uniti» e ora manca poco. Poi ci sarà il tempo per giudicare. Ma da te, lasciatelo dire oggi, con quella faccia da duro, tu che dici di non aver paura perché hai vissuto la guerra, visto la morte in faccia, mi sarei aspettato un’altra strategia di battaglia. E invece…

Sei un amante e ancora di poco valore. Un anno fa di questo periodo pensavi di sposarti con l’Internazionale, poi tradito ti sei fatto corteggiare da una ricca Vecchia Signora, una di Torino, con tante macchine. Ci stavi per salire su una di quelle, poi però hanno scelto uno che lo scudetto l’aveva già vinto, che in Europa aveva già viaggiato e che dice sempre di sì. Sei rimasto col sorriso, nemmeno troppo amaro conoscendo poi Ferrero (i tifosi Le chiedono di prendere una posizione…), noi con la fiducia di poterti riabbracciare. Insieme per un altro campionato, mano nella mano come se non fosse successo nulla. Ma niente, per te Genova è troppo piccola per le tue grandi ambizioni di vittoria. Il tuo telefono squilla a ogni ora, ti arrivano proposte indecenti, ci sono incontri smentiti, interessi confermati e le tue parole che non cambiano ancora la tua voglia di lasciare per sempre questo porto.

Anche questa storia finirà. Rimarranno i ricordi, forse i rimorsi, e le gioie? Una è stata la salvezza, l’altra deve ancora arrivare e un po’ tutti abbiamo paura di perderla, non solo per colpa tua ma anche grazie a te. Tu, caro Sinisa, non puoi far finta di niente. La squadra è confusa, forse svuotata, senza un osso da mordere. Forse rispecchia il tuo stato d’animo, di un uomo che pensa ad altro, un’altra squadra, forse due, tre… chissà. Ma attento, Sinisa: ti è già successo e potrebbe ripetersi. E se il Napoli scegliesse un altro? Il Milan l’ha già fatto. Hai consigliato Sarri, un maestro, hai cercato di mettere le cose a posto prima di fuggire. Ma se poi anche questa (o queste?) squadra(e) decidessero di non averti? Un gioco di corteggiamenti, sguardi da lontano, fiori raccolti e bigliettini scritti ma non ancora firmati.

Probabilmente non succederà perché ormai cominci a essere grande, ma stai attento: la delusione è dietro l’angolo. E a quel punto non potrei che stare dalla loro parte, dei tifosi. Loro, in tanti, ti hanno già messo alla porta. Io forse aspetto ancora di poter stappare lo spumante, tutti insieme, per un obiettivo inaspettato, come un figlio. Pensavo fossi il compagno ideale per crescere questa famiglia blucerchiata, ma hai avute troppe donne e hai voglia di rivederle tutte. Hai troppe ambizioni e per queste sei pronto a tradire anche loro. Noi siamo diversi, abbiamo sola la Sampdoria che «era una ballerina bellissima e bravissima. Poi s’è ammalata gravemente, aveva bisogno di cure urgenti. Siamo riusciti a guarirla. Ora tornerà grande, passo dopo passo», anche senza di te Sinisa Mihajlovic. Almeno è quello che spero, non ancora quello che credo…

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