2013
Delio Rossi a Serie A Tim: «Grande merito ai ragazzi, si sono impegnati moltissimo»
La Sampdoria dopo il cambio di allenatore sta bene, decisamente bene, i risultati sono solo una delle conseguenze dell’ottimo lavoro svolto da Delio Rossi, che ha preso la squadra a dicembre e sta compiendo autentici prodigi.
Contattato in esclusiva dalla pagina Facebook ufficiale della Serie A Tim, il tecnico romagnolo ha parlato della sua avventura in blucerchiato:
«Penso che il mio lavoro sia stato agevolato dal fatto che questi ragazzi si sono impegnati moltissimo sin dal mio arrivo, così è tutto più semplice. Sto iniziando a trasmettere le mie idee di calcio e vedo che il gruppo mi segue. Per me iniziare ad allenare una squadra vuol dire allenarla per il resto della mia vita: non vado mai in un club pensando che un giorno andrò via, anche perché io non mi considero il tipo di allenatore che ama e se ne va, non mi reputo un riparatore. Penso di essere il tipo di allenatore che ha bisogno di tempo e infatti cerco sempre di dare alla squadra un certo stile di gioco. Non sono bravo a gestire le cose soltanto per mantenere la nave a galla»
Sei subentrato a Ciro Ferrara poco prima della pausa invernale. E quando un nuovo allenatore arriva in un club, inizialmente deve adattarsi ai giocatori che ha a disposizione.
«Al momento non ho un tipo di gioco preferito. Io sono un allenatore di calcio, tutto dipende dai giocatori che ho in squadra. Certo è che, se avessi potuto scegliere, allora avrei espresso le mie preferenze sul tipo di gioco, ma naturalmente ciò vorrebbe dire cambiare i giocatori e venir meno alla versatilità che deve avere un allenatore. Vorrei essere più un manager all’inglese, ma finchè le cose in Italia non cambiano, sarà difficile per me giocare come vorrei. Con i calciatori giusti, mi piacerebbe giocare con il 4-3-3».
Si è mai ispirato ad altri allenatori sui moduli da attuare?
«Si cerca sempre di imparare dagli altri. Al limite si può rubare qualche idea per capire dove migliorare, ma bisogna mantenere sempre le proprie idee e la propria sensibilità sul gioco. Ad esempio, ho “rubato” alcune idee a Zeman che trovavo molto giuste, ma chiaramente non quelle che reputavo meno adatte al mio gioco».
Ha un calciatore ideale che vorrebbe allenare?
«Il mio calciatore ideale purtroppo ha smesso di fare il calciatore: Pavel Nedved. Sapeva fare tutto: sapeva spezzare il gioco avversario e creare il gioco. Era un calciatore molto intelligente e i grandi giocatori non sono soltanto quelli tecnicamente molto dotati, ma quelli che riescono ad incrementare il proprio gioco nelle partite che contano».
Da quando è cominciato l’anno nuovo la Sampdoria ha già battuto Juventus e Roma e lo scorso fine settimana ha rallentato la corsa del Napoli con un pareggio, ma l’obiettivo rimane la salvezza:
«Il nostro obiettivo principale è quello di evitare la retrocessione. Prima riusciremo ad arrivare a 40 punti e prima potremo toglierci questo peso dalle nostre spalle. Per ora i fatti dicono che siamo nella metà bassa della classifica, ma spero che col tempo, col duro lavoro e con i risultati potremmo arrivare anche alla metà superiore. Se ci riusciremo avremo fatto un buon lavoro».