Delio, ora tocca al “Capo”

Nelle ultime settimane si è parlato molto del futuro in casa Sampdoria, forse troppo. Giocatori che vanno, giocatori che arrivano e una salvezza ancora da conquistare. Uno dei temi che ho affrontato, anche se solo superficialmente, nelle mia analisi delle partite è stata la scelta di Delio Rossi di non utilizzare “il capo” Enzo Maresca. Tanto si è detto e si è scritto a riguardo, forse più per cercare scoop giornalistici che per approfondirne le ragioni tecniche. Partiamo da tre presupposti: il primo è che per giudicare la scelta di Rossi con completezza bisognerebbe vivere lo spogliatoio Samp e assistere agli allenamenti da vicino. Secondo: Maresca non ha giocato anche, se non soprattutto, per l’esplosione di Nenad Krsticic nel ruolo di regista davanti alla difesa. Terzo presupposto: io apprezzo tantissimo Enzo Maresca che, con i fatti, ha dimostrato nella sua carriera di essere un grande giocatore.

Non mi voglio soffermare nell’analisi in due fra le svariate motivazioni che in questi mesi ho sentito riguardo la sua esclusione. La prima è che Maresca , essendo stato voluto da Ferrara, non rientrasse nell’idea tattica di Rossi. La seconda è che ci sia antipatia fra i due. Se davvero fosse per uno di questi due motivi ci sarebbe davvero da preoccuparsi in casa Samp. Bisogna analizzare i fatti e questi dicono che Maresca, da quando è arrivato Rossi, ha collezionato appena due presenze per un totale di ottanta minuti circa. A Cagliari, partito titolare dopo quasi tre mesi, ha giocato sottoritmo come tutta la squadra commettendo un errore sul primo gol di Ibarbo. Dopo quattro settimane viene fatto a entrare contro il Palermo a gara conclusa. Rossi non ha mai spiegato tecnicamente i motivi di tale atteggiamento nei confronti di Maresca e il giocatore, eccezion fatta per lo sfogo su Twitter, è stato in silenzio. A inizio stagione Maresca si è fatto apprezzare come calciatore e come uomo dai tifosi della Samp. D’altronde la sua carriera parla da sola e i suoi piedi cantano che è una meraviglia. Tutto si può dire di Maresca tranne che non sia un giocatore di classe, intelligenza tattica e grande personalità. La Samp dell’ultimo mese e mezzo mi è sembrata in grande carenza in questi aspetti e, dopo l’infortunio di Krsticic, di un leader in grado di condurre la nave in porto. Avere un giocatore di spessore seduto in panchina e non vederlo mai giocare senza capirne le ragioni è frustrante. In molte delle ultime partite si sono evidenziate carenze nella costruzione del gioco, nella gestione psicologica della partita e nel tasso tecnico generale. L’arretramento di Obiang e gli inserimenti di Munari e Soriano non hanno dato alla squadra velocità e naturalità nel movimento palla. Inoltre gli esterni sono spesso mal coinvolti, anche per demeriti loro sia bene inteso, a causa di un prevedibile e lento sviluppo di gioco. Con questi presupposti non voglio dire che Maresca risolverebbe tutti i problemi, perché sarebbe come dire che il giocatore che manca è sempre quello più importante, ma allo stesso tempo non vedo i motivi per cui non venga preso in considerazione. In una gara come quella di Udine credo che “il Capo” darebbe tutto se stesso, anche da difensore centrale al posto di Palombo. Perché no?

A inizio campionato la squadra sembrava dipendere da Maresca, ora è caduto in dimenticatoio. Forse la verità sta nel mezzo, di sicuro Rossi ha,per ora, perso l’opportunità di integrare nella sua idea di calcio un giocatore di qualità, tecniche e morali, che avrebbe dato tutto per questa maglia. Nonostante tutto io sono sicuro che “il Capo” sia pronto, come è sempre stato nella sua carriera, e che abbia voglia di combattere per ottenere l’obbiettivo. Non è mai troppo tardi mister Rossi. Ci pensi.