2014
De Vitis e il recupero-lampo: «A fine novembre dovrei esser pronto. La Samp…»
Sono passati solo 80 giorni dal suo tremendo infortunio a Bardonecchia, ma Alessandro De Vitis ha tanta voglia di vestire blucerchiato. Così il centrocampista si è ripresentato a Bogliasco martedì: «Sì, con due nuovi tatuaggi sul ginocchio (mostra le due cicatrici, ndr). Per me arrivare al Mugnaini è stato un momento molto significativo in questo percorso iniziato a luglio a Bardonecchia…». Iniziato male, con un brutto infortunio: «Sotto il diluvio, praticamente un minuto prima della fine dell’allenamento. Ho sentito un dolore incredibile al ginocchio destro. Nelle ore successive ho sperato si trattasse di una semplice distorsione, ma forse più per farmi forza. Perché dentro di me sapevo che si trattava di qualcosa di grave, del legamento crociato».
OPERAZIONE – La reazione del ragazzo è stata forte: «Qualche ora di sconforto pesante l’ho passata. Però ho trovato subito la forza di reagire e già dal giorno dopo mi sono posto l’obiettivo di rientrare il prima possibile. Piangersi addosso non solo sarebbe stato inutile, ma non mi avrebbe aiutato nemmeno a livello psicologico. Quindi ho cercato di affrontare giorno dopo giorno senza pensarci». Il 4 agosto è stato operato in quel di Roma: «I primi tre giorni sono stati abbastanza tosti: al minimo spostamento della gamba sentivo delle fitte profonde. Poi è andata sempre meglio. Lì a Roma sono rimasto due mesi esatti, fino a venerdì scorso, per il primo periodo di convalescenza. Villa Stuart, la struttura, è ottima».
RECUPERO E TV – Un duro percorso quello che ha riportato De Vitis a Bogliasco: «Vivevo in albergo ed è stata lunga. Qualche volta sono venuti i miei genitori, qualche volta la mia ragazza, poi per il resto ho visto gran parte delle partite di calcio in tv. Mi sono riavvicinato in maniera massiccia alla mia professione. Dalla Champions alla Serie A, fino alla Lega Pro. Non mi succedeva da quando ero ragazzino». Compresa la Samp: «Le ho viste tutte. Già in ritiro provavo delle sensazioni positive: il gruppo era forte, l’allenatore preparatissimo. Un bell’avvio di stagione, terzo posto e zona Champions. Nessuno se lo sarebbe mai immaginato. E oltre ai punti, c’è stato il bel gioco. Ci sono tutte le condizioni per poter fare qualcosa di bello in questa stagione».
PROGRESSI IMPRESSIONANTI – Forse De Vitis ha patito un po’ il non essere nel gruppo in questo momento: «Un po’ sì, però mi sentivo comunque coinvolto, seppur a distanza. Mi sentivo spesso con Rizzo, ci conoscevamo già. Ho ricevuto le telefonate del dottor Baldari, dei fisioterapisti, del d.s. Osti, che si informavano costantemente sui miei progressi». A oggi le cose vanno bene: «La scorsa settimana ho fatto l’ultima visita dal prof. Mariani. Vedendo i test, mi ha detto che sarei già in grado di rientrare in gruppo e son rimasto colpito, perché nessuno è mai rientrato in gruppo a due mesi di distanza da un infortunio come il mio. Poi ho parlato con il dott. Baldari e abbiamo deciso di andarci con maggior cautela. A metà novembre, primi di dicembre penso che sarò pronto».
FUTURO – Qualche parola di Mihajlovic è arrivata al ragazzo: «Era stato lui a consigliarmi Villa Stuart e quando sono arrivato qui ho confermato che il suo consiglio era stato giusto». Un infortunio arrivato, per altro, quando un prestito era quasi cosa fatta: «Sì, l’estate scorsa stavamo valutando cosa fare. Adesso però penso esclusivamente a far bene e quando sarò al 100% ne riparleremo – ricorda il giovane De Vitis a “Il Secolo XIX” -. Ricordo che parlando con i calciatori infortunati a Villa Stuart mi dicevano che l’ostacolo maggiore, una volta rientrato, sarà superare la paura dei contrasti. Il mio obiettivo è superarla prima di rientrare».