2013
De Silvestri: «Voglio essere un punto fermo della Samp, poi punto al Brasile»
Otto anni fa Lorenzo De Silvestri conobbe Delio Rossi: erano i tempi della Lazio, quando il tecnico riminese lo portò con sé in ritiro strappandolo agli Allievi biancocelesti. Sette anni dopo si sono ritrovati alla Sampdoria, a Genova, dove Rossi ha permesso a Lollo di ripartire, di rinascere, dopo la prima parte di stagione annebbiata dalla presenza di Ciro Ferrara: «Mi aveva voluto Ferrara, che poi aveva fatto altre scelte. Dopo la partita di Coppa Italia con la Juve Stabia non ho più avuto opportunità da titolare. Rossi mi conosceva bene, certo, ma credo che il merito sia stato anche mio, perché per tutto il tempo in cui non ho giocato mi sono allenato al massimo, per farmi trovare pronto, per dimostrare quanto potessi essere utile a questa squadra».
De Silvestri, però, Rossi l’aveva già incontrato di nuovo dopo l’esperienza biancoceleste. Due anni fa alla Fiorentina, quando i gigliati rischiarono la stagione peggiore di sempre: «Una stagione difficile: si era alla fine del ciclo Prandelli e la società aveva deciso il rinnovamento, se ne erano andati giocatori importanti e la piazza era in subbuglio. Le qualità c’erano».
Ma poi arriva la Sampdoria e Lollo parla esclusivamente di quello, che è il presente e anche il futuro: «Vincere a Torino ci diede uno slancio fondamentale per farci ritrovare entusiasmo e fiducia nei nostri mezzi. Da lì è cominciata una rincorsa che ci ha permesso di risolvere, in largo anticipo, la questione salvezza. Finita la stagione ho sperato di poter restare e per fortuna le società hanno trovato un’intesa. La Serie A ora si è livevellata in senso medio-alto, noi inoltre siamo chiamati a migliorarci rispetto allo scorso anno e come gruppo siamo ringiovaniti».
Un pensiero quindi anche ai nuovi arrivati tra cui Gabbiadini, che annovera già il debutto nella nazionale maggiore, ma che deve continuare ad accumulare esperienza per maturare definitivamente: «Gabbiadini è più che pronto. Ha ottime qualità: può fare benissimo. Eramo e Gentsoglou mi piacciono, hanno fatto la giusta gavetta e vogliono imporsi. Regini ha carattere e gamba, può giocare in diversi ruoli. Salamon è mio compagno di camera in ritiro, in campo sa fare in modo semplice le cose difficili, dà tranquillità al reparto. Wszolek per ora ha qualche problema con la lingua, ma ha grandi doti atletiche e visione di gioco».
Si chiude parlando di obiettivi, comuni e personali, per tracciare un bilancio che a fine stagione possa fare da paragone, così da valutare il raggiungimento o il fallimento degli obiettivi preposti: «L’obiettivo è salire almeno al 13esimo posto. Alzare l’asticella. Voglio cominciare il campionato così come ho finito quello precedente: non posso pretendere un gol alla Juventus, ma vorrei riuscire a rendere secondo le mie possibilità. Vorrei diventare un punto fermo di questa Sampdoria. Il Brasile è un obiettivo. Ho giocato in tutte le nazionali, dalla Under 15 a quella maggiore: vorrei giocarmi le mie carte».