2014

De Silvestri: «Mondiali? Ci credo. A giugno parleremo del mio futuro»

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Per lui la partita contro la Lazio non sarà mai una di quelle normali. Per lui, è la partita. Contro la squadra in cui è cresciuto, l’ambiente in cui si è sviluppato come calciatore e i colori di cui è tifoso. Lorenzo De Silvestri vivrà una domenica amarcord all’Olimpico di Roma: «Ormai non è la prima volta e quasi certamente non sarà l’ultima. Sono andato via qualche anno fa, ma è sempre un’occasione particolare, specie nello stadio che era stato la mia “casa”. E la Lazio è stata la mia… mamma calcistica, mi ha fatto crescere, mi ha aiutato a diventare quello che sono, non sarà mai un’avversaria qualsiasi».

LAZIO, CASA MIA – Tanti i ricordi con la maglia biancoceleste: «L’esordio in A, contro la Fiorentina, sette anni fa all’Olimpico: avevo addosso gli occhi di tutti. Nella stagione seguente, giocai anche in Champions: in pochi mesi, dalla Primavera al Bernabeu. Infine la Coppa Italia, vinta nel nostro stadio, proprio contro la Sampdoria…». Chissà se il difensore immaginava un futuro blucerchiato: «Allora non avrei potuto immaginarlo – ammette il numero 29 blucerchiato a “Il Corriere Mercantile” – Ricordo però lo spettacolo della curva Sud, con quei tifosi esemplari anche nell’accettare quella che per loro era stata una sconfitta amarissima».

OLIMPICO VUOTO E DELIO ROSSI – Stavolta lo stadio sarà mezzo vuoto per le contestazioni a Lotito: «Non è mai bello giocare con pochi spettatori, come era già capitato nella gara di campionato contro la Roma. Lo spettacolo ne risente. Non intendo però analizzare i motivi di una situazione che non conosco, i tifosi laziali sono stati sempre splendidi con me». A lanciarlo in biancoceleste fu Delio Rossi, che poi ha ritrovato a Genova: «Mi ha preso dagli Allievi e mi ha portato in prima squadra: mi ha insegnato moltissimo, gli sono debitore. Poi le cose nel calcio non vanno sempre come si vorrebbe: lo scorso anno erano andate in un certo modo e in questa stagione no. Ci tengo però a dire che, al pari dei meriti, le colpe sono di tutti, non esclusi quindi noi giocatori».

MIHAJLOVIC E L’AMBIZIONE – Anche Mihajlovic l’aveva avuto a Firenze: «Ero uno dei pochi, tra noi, ad averlo già avuto come allenatore: io alla Fiorentina, Maxi al Catania». Trasformazione della squadra incredibile quella operata dal tecnico serbo: «Ha lavorato molto sulla psicologia del gruppo, dandoci una grandissima carica, sul piano delle motivazioni e della fiducia nei nostri mezzi. Siamo stati capaci di seguirlo con grande entusiasmo, anche quando i risultati non arrivavano, fino a che non siamo riusciti a svoltare. Come si dice, usa bastone e carota: sa come prenderci, continua ad aver fame di risultati per migliorare costantemente».

TRA MONDIALI E IL FUTURO ALLA SAMP – Ora il futuro, sopratutto per il prestito che scadrà a giugno: «Io penso soltanto al campo. Lo scorso mi aspettavo qualcosa che si è arrivato, perciò stavolta non voglio disperdere energie. Mi sto concentrando sul mio lavoro, soltanto su quello: il resto a giugno». In estate De Silvestri, però, potrebbe esser impegnato con i Mondiali: «Non mi nascondo. Al Mondiale ci punto. La concorrenza è forte, ma il C.T. mi ha già chiamato e spero di conquistare la sua fiducia. Io sto dando tutto, spero davvero di andare in nazionale: voglio convincerlo a credere in me». E poi c’è quella passione per l’arte: «Sempre preso dall’arte povera: Burri, Boetti, Schifano – chiude De Silvestri – Acquistare un’opera è impossibile, andar a vedere le mostre no».

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