2015

De Silvestri: «Gran lavoro di Mihajlovic. Manca qualche successo con le grandi»

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Una delle colonne della Sampdoria, nonché uno dei giocatori più esperti della Serie A pur avando solo 26 anni. Lorenzo De Silvestri è tutto questo e oggi rappresenta uno dei punti di riferimento della realtà blucerchiata, sebbene il suo cartellino sia ancora per metà della Fiorentina. Il terzino si è pienamente ambientato a Genova e si è conquistato la fiducia dei supporters doriani.

LAZIO E QUEL MAGGIO 2004 – Da piccolo sciava, ma il giovane Lollo alla fine optò per il pallone: «Era quello che mi piaceva di più e poi volevo uno sport di squadra. Ho iniziato con la Romulea, poi è arrivata la Lazio». Un talento così grande che a 15 anni De Silvestri si ritrovò a giocare con la Lazio, in difesa con Negro e lo stesso Mihajlovic: «Non ho mai ricordato quest’episodio al mister… era il 19 maggio 2004, a Frosinone. La Lazio vinse 1-0 nella sfida che rappresentava la festa per il successo in Coppa Italia. Mancini mi mandò in campo con Sinisa, quasi a fine carriera. Ricordo che lui si fasciava tutto… un sogno. Ho appena raggiunto le duecento presenze in A, a volte ci ripenso».

ROMA CASA MIA – Sono passati dieci anni dal primo contratto da professionista, ma il lavoro è sempre stata la stella polare di un professionista esemplare come De Silvestri: «La famiglia è stata fondamentale. Mi ha trasmesso valori sani, che mi porto dietro ancora oggi. La mia vita, le amicizie sono a Roma, quartiere Monteverde, villa Pamphili. Lì tornerò a fine carriera». Nonostante sia un laziale doc, non ha avuto fortuna con i biancocelesti: «A un certo punto ho fatto una scelta di vita, oltre che professionale, e ne sono orgoglioso – dichiara De Silvestri ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport” -. Andar via di casa era l’unico modo per diventare uomo».

ROMA E MIHAJLOVIC – Lunedì si torna nella Capitale per sfidare la roma con la sua Samp. Un mezzo derby: «Il derby è tale se hai una maglia indosso. La Lazio è come una seconda mamma per me, ma la stracittadina ora è con il Genoa». Mihajlovic ridimensiona tutti, ma forse De Silvestri avrebbe scommesso su una Samp così: «Da quando è arrivato qui ha portato una ventata di novità, sia negli allenamenti che nel gruppo. Si era capito che qui sarebbe potuto nascere qualcosa di importante. Abbiamo superato momenti difficili, rimanendo tutti molto uniti; poi il mercato di gennaio ci ha aiutato molto. La nostra autostima è cresciuta gara dopo gara. Ecco spiegato perché oggi siamo in corsa per obiettivi importanti».

EUROPA E CONSAPEVOLEZZA – La Samp non sembra conoscere la paura: «Tutto dovuto alla consapevolezza nei nostri mezzi. Qui tutti si sentono partecipi di un progetto importante, non importa quanto giocano. Gli allenamenti sono intensi e la vita di gruppo prosegue anche fuori Bogliasco». L’Europa non è lontana e De Silvestri – che parla cinque lingue – potrebbe esser utile per i viaggi nel continente: «Ho frequentato la scuola tedesca sino al secondo anno di superiori, parlo bene anche l’inglese. Anche qui, dico grazie ai miei. Un giorno crescerò i miei figli con lo stesso modello culturale e sportivo che ho ricevuto».

LE GRANDI E IL PARMA – Sembra però che la Samp non abbia tirato fuori il 100% di quello che può mostrare: «Ci manca qualche successo con le grandi. Ci attendono quattro sfide definite proibitive da molti, ma non andremo a Roma in gita. Vogliamo dei punti con i giallorossi, proveremo a prenderceli anche con l’Inter. Dicono che questa sarà l’occasione per dimostrare il nostro valore e capire chi siamo veramente. No, mi spiace: di quale pasta sia fatta la Samp lo sappiamo già». Chiusura sul caso Parma: «Sono sconvolto, perché dai ragazzi che la vivono in prima persona ho avuto notizia di una situazione ben più drammatica rispetto a quanto raccontato dai media. Ma perché in Italia, per capire le cose, bisogna sempre sbatterci prima la faccia?».

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