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De Siervo: «Perso un miliardo. Calciatori e Governo non ci hanno aiutato»

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Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, ha parlato del caso Superlega e dell’indebitamento dei club

Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, ha parlato del caso Superlega e dell’indebitamento dei club. Le sue dichiarazioni.

SUPERLEGA – «È un problema che ci portiamo dietro da 30 anni, non degli ultimi mesi. Se vogliamo indagarne le reali cause dobbiamo mettere a fuoco la situazione attuale. I 12 club che hanno fatto parte dell’iniziativa sono tra i club più indebitati al mondo. Non a caso la decisione è arrivata dopo una pandemia, che ha fatto scoppiare il problema dell’indebitamento. Per fare un esempio, i proprietari dei club in Serie A hanno perso un miliardo e ci sono stati zero aiuti dal governo e una risposta molto timida dagli atleti».

INDEBITAMENTO – «In questo momento se vogliamo essere sinceri dobbiamo dire che è un problema di costi. Il Fair Play Finanziario ha fatto molto ma non ha fatto tutto, dobbiamo capire la correlazione di questo tentativo ed eventuali tentativi futuri che è connessa alla messa in sicurezza dei club che trascinano questo mondo. Da parte nostra c’è una condanna ferma del progetto, ma se vogliamo evitare il rischio in futuro dobbiamo indagare in profondità».

SERIE A – «Ritengo che il nostro campionato abbia trovato coesione che non c’era mai stata. Difendiamo fermamente il principio del merito sportivo che sarà l’unica guida dei prossimi anni, ma dobbiamo anche difendere un sistema di ricavi e i nostri campionati rischiano di essere minacciati dalla nascita di nuove competizioni, come la Superlega e il Mondiale ogni due anni. Chi paga tutto il sistema calcio sono i club e i ricavi devono remunerare proporzionalmente il loro sforzo. Il nostro campionato deve durare almeno 9-10 mesi perché il budget di acquisizione dei diritti non crescerà esponenzialmente, ma sarà quello e se nascono competizioni più ricche questi soldi si sposteranno su questi tornei».

RIFORME DEI CAMPIONATI – «Al centro dello spettacolo restano gli atleti e non possono affrontare tutte le partite che il business del calcio pensa di organizzare. Serve ristrutturare il modello dei campionati, con competizioni europee e nazionali. Il problema centrale resta trovare una misura alla spesa sfrenata degli ultimi 10 anni negli stipendi dei calciatori. Andrebbe studiato in maniera organica un salary cap europeo che ci serve per evitare che il sistema collassi».

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