2013

Dario Rossi: «Mio padre? Uno dei migliori in Italia»

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E’ pronto a lanciarsi sulla scena del calcio, ma deve fare ancora un po’ di strada: figlio di Delio, Dario Rossi è oggi – a 29 anni – capo degli osservatori del Novara, dopo una breve esperienza con il d.g. Franco Baldini alla Roma. Così si racconta il figlio del tecnico blucerchiato in un’intervista a Il Giornale: «Siamo una famiglia di studiosi, ma anche io ho cercato di fare il calciatore: purtroppo ho capito presto che non avevo le giuste qualità. Ho fatto parte del settore giovanile della Salernitana, dove papà ha allenato; negli Esordienti ero con Cristian Molinaro, che era un anno più grande di me. Poi ho giocato nei settori giovanili di Pescara e Genoa, ma sempre sotto il limite di età». Novara e Genova non sono poi così distanti: «Papà abita a Nervi, io parto da Novarello ed il sabato sera, dopo la partita del Novara, vado a trovarlo in ritiro: delle volte, dormo lì e riparto il giorno dopo».

Il d.s. del Novara, Giarretta, l’aveva scelto quest’estate per essere il capo degli osservatori: «Ho cominciato alla Lazio come preparatore atletico nelle giovanili; poi, a Palermo, ho fatto l’osservatore nello staff di Walter Sabatini». L’episodio di Llajic sarà stato oggetto di discussione: «E’ un gesto da condannare, ma non la persona: mio padre non ha mai avuto azioni violente nei confronti miei o delle mie sorelle, è una persona tranquilla. Lo dimostra anche il buon rapporto con tutti i giocatori che ha allenato; purtroppo, tra le provocazioni del serbo ed altri fattori, non si è trattenuto». Tuttavia, l’episodio con Burdisso al termine di Samp-Roma è stato grave: «Da come me l’ha raccontato, ha reagito ad una provocazione dell’argentino; poteva rispondere in maniera diversa, visto che si era sul 3-1. Anzi, se avesse reagito in maniera differente, probabilmente sarebbe stato espulso Burdisso invece che lui».

Si aspettava questa rinascita della Samp sotto la guida di suo padre? «Probabilmente sembrerò di parte, ma sta facendo un ottimo lavoro e, non a caso, è uno dei migliori tecnici d’Italia. Conoscevo Osti, d.s. blucerchiato: era insieme a Sabatini quando vennero alla Lazio». Alla Fiorentina, invece, non è andata benissimo: «Lì c’era una situazione differente: qualcuno era rimasto controvoglia, il gruppo era particolare e si era chiuso un ciclo dopo l’addio di Prandelli. La smobilitazione fu un fattore importante: Corvino andò via per problemi familiari, i fratelli Della Valle non erano a Firenze e mancava una figura d’autorità nello spogliatoio. Comunque, credo che la salvezza non sarebbe sfuggita in ogni caso. Quest’anno, infatti, i cambiamenti ci sono stati e Montella ne sta approfittando molto bene».

Chiusura sulla Samp: «Ho seguito le gare contro la Lazio e quella successiva contro il Milan, quando portai anche mister Aglietti con me. Alla Samp si trova benissimo: la società gli aveva proposto un anno e mezzo di contratto quando lo ingaggiarono; tuttavia, lui ha preferito firmare sino a giugno. Aspetterà la fine del campionato, ma credo che rimarrà».

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