2013
Dallo «scansamose» al «vendichiamoci»
Era la 35esima giornata della stagione 2009/2010 e la Sampdoria vinse con la Roma, lanciata verso lo Scudetto, per fomentare la propria corsa al quarto posto, che valeva i Preliminari di Champions League nella stagione 2010/2011. La giornata successiva l’Inter poteva completare l’opera lanciandosi sempre più in avanti, verso la vittoria, ma sul suo cammino, il 2 maggio 2010, c’era la Lazio. La vittoria fu facile, un 2 a 0 senza problemi, sospinto da due striscioni che sono rimasti nel cuore di molti tifosi: «Scansamose» e «Oh nooo». Semplici e diretti: il primo non è altro che la versione in dialetto romano dello scansarsi, farsi da parte, spostarsi per permettere all’avversario di correre verso la meta. D’altronde la Lazio non poteva permettere che la Roma vincesse il campionato.
Domenica la Sampdoria si ritroverà in una situazione analoga. Una vittoria del Palermo, se unita alla vittoria del Napoli, inguaierebbe non poco il Genoa, fermo a 27 punti e che verrebbe raggiunto dai rosanero e magari scavalcato dal Siena. Ma lo «Scansamose», ci auguriamo, non fa parte del credo blucerchiato.
Al Palermo si deve un anno di rincorsa, proprio quello della stagione 2009/2010, quando la Sampdoria strappò il quarto posto al fotofinish, ma ancora di più, come ha ricordato Daniele Gastaldello ieri sera, dobbiamo una sconfitta che sancì, nella stagione 2010/2011, la retrocessione in Serie B. Insomma, c’è ben poco da scansarsi stavolta: la retrocessione del Genoa non può valere una sconfitta casalinga contro il Palermo, soprattutto perché la squadra blucerchiata non può fregiarsi di una tranquillità innata.
Piuttosto dello «Scansamose» allora, stavolta, la Sampdoria, non solo per spirito sportivo e per rispetto dei tifosi e degli avversari, dovrebbe innalzare un solo striscione: «Vendichiamoci».