2013

Dalla Polonia con furore: Salamon e Wszolek pronti per la Samp

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Arrivati da diversi posti, ma uniti dalla provenienza polacca: Bartosz Salamon e Pawel Wszolek sono concittadini, ma hanno avuto carriere decisamente diverse. Eppure, ora sono pronti ad unirsi per la causa blucerchiata. In un’intervista rilasciata al “Secolo XIX”, i due hanno raccontato qualcosa riguardo questi primi giorni di ritiro a Bardonecchia e Salamon conferma le poche differenze tra i due: «In Italia, una persona che vive a Udine ha caratteristiche differenti rispetto ad una di Torino – racconta l’ex Brescia – in Polonia, invece, siamo tutti uguali. Al massimo, ti puoi accorgere se qualcuno viene dal Sud, dalla zona dei Monti Carpazi». I due si conoscevano solo di nome: «Quando ho saputo che Bartosz veniva alla Samp, ho recuperato il suo numero e l’ho chiamato», racconta Wszolek, arrivato a sorpresa in blucerchiato. Le caratteristiche di Pawel sono chiare: «Sono un esterno destro che preferisce muoversi a sinistra, ma so anche calciare con il mancino». Salamon, invece, si descrive come «un centrocampista che da un anno e mezzo fa il difensore, come successo a Palombo».

Così, la Polonia ha ripreso ad esportare giocatori, dopo l’epopea d’oro a cavallo tra anni ’70 e ’80: Lewandowski è l’esempio principe. Salamon lo spiega così: «Non so se si può parlare di moda. Certo, da qualche anno, tanti giovani sceglono di lasciare la Polonia per l’estero – racconta il jolly – questo aiuta a crescere. E poi, dall’88 in avanti, ci sono buone leve». Wszolek, appena arrivato in A, è curioso di misurarsi con la massima serie italiana: «Voglio valutare il mio livello; quanto al calcio italiano, in Polonia è famoso per le difese, perciò sarà utilissimo giocare qui». Entrambi, poi, hanno voluto spiegare il motivo per cui sono arrivati al Doria. Wszolek, come detto in passato, non manca d’originalità: «A gennaio, mi hanno cercato l’Hannover 96 ed il Celtic, ma alla fine ho preferito chiudere la stagione in Polonia – confessa la giovane ala – Si è parlato molto del mio rifiuto di andare in Bundesliga, ma vorrei non parlarne più. Piuttosto, avevo già deciso di lasciare il Polonia Varsavia, che purtroppo stava fallendo e non pagava più gli stipendi da dieci mesi. Avevo deciso anche di lasciare il paese. Perché la Samp? E’ la possibilità che mi ha attratto di più: se ne parla tanto e c’è spazio per i giovani, l’ideale per crescere».

Diverso il percorso per Salamon, già affermato in Italia quando ha deciso a gennaio di andare al Milan: «Pensavo di poter essere utile, sapevo che avevano bisogno di qualcuno in difesa. Purtroppo un infortunio alla caviglia, sofferto a Brescia, mi ha tenuto fermo un paio di mesi – racconta il polacco – quando sono rientrato, non c’era più spazio per me. Ho capito che non ce ne sarebbe stato nemmeno nelle gerarchie future e così ho capito che sarebbe stato meglio andar via. Quando si è parlato della Samp, mi sono detto: «E’ lei». Qui c’è spazio per i giovani e per crescere». Wszolek non conosceva Delio Rossi, ma ha dato una sua prima impressione: «Ha delle regole ben precise e con lui gioca chi se lo merita, chi se l’è guadagnato in allenamento». Salamon condivide ed aggiunge: «Avevo sentito dire che gli piace molto lavorare sui giovani e la sua presenza ha sicuramente inciso sulla mia scelta». Chiusura con gli obiettivi di squadra. Comincia Salamon: «Quello ufficiale di squadra non lo conosco. So però che io scendo in campo per vincere, non mi pongo limiti. Poi si vedrà dove saremo». Chiude Wszolek: «Anch’io gioco sempre per vincere: ho sentito parlare di salvezza tranquilla, avremo le idee più chiare alla conclusione del girone d’andata».

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