2013
Da Costa: «Stiamo lavorando al meglio per migliorarci. Rafael…»
Finalmente imbattuto: ecco cosa può veramente festeggiare Angelo Da Costa. Dopo otto partite con almeno un gol subito, la Samp può celebrare la prima vittoria tra le mura amiche ed il brasiliano può vedere di buon occhio lo zero alla casella “reti incassate”. L’ex Ancona ne è molto felice: «Finalmente. E’ una soddisfazione per tutta la squadra, non solo per me o per i difensori. ed è anche meritata, perché oggettivamente in quest’avvio di campionato, dal punto di vista dei gol subiti, non siamo stati troppo fortunati – esordisce il portiere blucerchiato – Non mi riferisco a risultati finali o all’andamento delle gare, parlo proprio delle singole azioni. Però come dico sempre, come dicono tutti sempre, è sempre meglio vincere prendendo dei gol, che pareggioare o perdere». Ci si chiede se il brasiliano abbia rifletutto sul fatto che la Samp non riusciva a chiudere imbattuta nessuna partita: «Sì, e ogni settimana ci siamo allenati proprio per questo. Dopo ogni incontro, si rivede tutti insieme la gara e si cerca di capire dove si è sbagliato – dice l’estremo difensore del Doria – se si è sbagliato perché possono essere bravi gli avversari e come si potrebbe fare per non sbagliare più. Il lavoro quotidiano e l’affiatamento con i compagni, penso che siano il modo migliore per progredire».
Due vittorie consecutive, di cui la prima in casa, e finalmente niente gol subito. Forse è finalmente arrivata la svolta: «Non me la sento di definirla “la svolta”. Però forse queste ultime tre partite, perché nella serie metto anche il pareggio con il Torino, possono servirci per ripartire – afferma Da Costa, alla Samp dall’estate del 2010 – Azzeriamo l’avvio di stagione, senza dimenticarlo, e ripartiamo. Consapevoli di non aver fatto ancora niente». Da Costa è stato molto discusso in estate: il suo possibile grado da titolare ha fatto storcere la bocca a molti. Tuttavia, il portiere ha sempre sentito la fiducia dei compagni: «Non lo so.. io ho la coscienza a posto, do sempre il massimo, sapendo che devo sempre lavorare tanto per restare a questo livello – confessa l’estremo difensore del Doria a “Il Secolo XIX” – Forse lo scetticismo nasce anche dal fatto che per me è la prima stagione da titolare in A. Quando valuti un giocatore con un determinato filtro, è possibile che piccole cose, piccoli errori possano diventare grandi cose, grandi errori».
Qualche fischio s’è l’è beccato pure lui, mentre Palombo è stato inabissato durante il primo tempo di Samp-Atalanta. Si domanda al brasiliano se capisce cosa spinga un tifoso a fischiare i propri giocatori: «E’ una domanda difficile… iniziamo col dire che un tifoso che paga il biglietto ha il diritto di esprimere tutto ciò che pensa, nei limiti del lecito e dell’educazione – dice Da Costa, in Italia da molti anni – Certamente per chi sta in campo e magari è anche consapevole di essere in difficoltà in quel momento, è più costruttivo sentire incitare durante la partita. Però ripeto, questa è la mia opinione. Il tifoso si comporti come meglio ritiene». Intanto, la stagione di Da Costa continua ad esser pesante dal punto di vista psicologico: «Penso che quest’esperienza, come tutte quelle precedenti, mi faccia comunque crescere come professionista e come persona. E’ come se dovessi continuamente superare dei livelli – racconta il brasiliano – Prima, da dodicesimo, la difficoltà era quella di farmi trovare sempre pronto quando e se ce ne fosse stato bisogno. Adesso, da titolare in A, responsabilità e preoccupazioni sono aumentate. Non sono le stesse del dodicesimo. Ringazio, per questo, tutti quelli che hanno fiducia in me. E un pensiero speciale va al preparatore dei portieri Sardini, importantissimo per noi portieri».
Dopodomani a Verona, Da Costa incontrerà Rafael, estremo difensore gialloblu. Brasiliano come lui, entrambi condividono anche la stessa carriera di gavetta in Italia: «Lo conosco bene. Lo vevo già visto giocare quand’ero ancora in Brasile – racconta Da Costa – Poi, una volta arrivati in Italia, ci siamo messi in contatto e ci sentiamo spesso. Abbiamo passato anche una Pasqua insieme, vicino ad Ancona». I due si scambiano informazioni: «Si inizia sempre con chiaccherate assortite, ma poi inevitabilmente si finisce a parlare di calcio – dice il brasiliano – Ci scambiamo informazioni su squadre che uno ha già incontrato e che l’altro affronterà a breve. Recentemente è successo per il Livorno. Ci scambiamo suggerimenti sulle caratteristiche degli attaccanti avversari». Forse, però, questa settimana sarà diversa: «Non credo ci sentiremo. Anche perché dovrei raccontargli delle bugie. Prima della partita, però, gli dirò un grande “in bocca al lupo”».