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Da Costa: «Sampdoria? Soffrii per la retrocessione. Mi manca Garrone»
Angelo Da Costa si racconta ai microfoni de La Repubblicadopo l’addio al calcio giocato. Le parole dell’ex portiere della Sampdoria
Angelo Da Costa si racconta ai microfoni de La Repubblica dopo l’addio al calcio giocato. Le parole dell’ex portiere della Sampdoria.
CUORE – «Ho un cuore diviso a metà. Queste due città mi hanno dato tanto, anche nei momenti meno belli, e non posso che ringraziare i tifosi per l’affetto che ho ricevuto. Abbiamo sofferto insieme e riconquistato la A. Sono emozioni che ti legano all’ambiente ed alla gente. Durante il periodo a Genova ho incontrato mia moglie Carlotta, a Bologna sono nati i miei figli, Tommaso e Leonardo».
ADDIO AL CALCIO – «Una cosa naturale, una scelta mia pienamente consapevole. Già pensavo a questa ipotesi da quando ho saputo, durante il campionato, che non sarei rimasto a Bologna. Pensavo di fare un altro anno, ho parlato anche con qualche squadra, ma ho preferito iniziare a prepararmi per il mio lavoro per i prossimi trent’anni. Voglio portare un’educazione finanziaria tra i miei colleghi, perché tanti giocatori, dopo 4-5 anni dal ritiro, non hanno più soldi. Seguo questi temi da sette-otto anni ed ora vorrei rendere disponibile questa mia esperienza».
RETROCESSIONE – «Ho sofferto tanto, vedevo la grande passione dei tifosi e stavo male. Lo considero il momento più difficile della mia carriera. Avevo giocato poco, ma sentivo questa responsabilità, come tanti compagni, e questo peso a livello psicologico ha condizionato anche il torneo seguente».
SPAREGGI – «Fu bellissimo dopo un anno molto difficile. Tanta pressione, avevo una voglia incredibile di regalare una gioia ai tifosi. La Sampdoria in B non si poteva vedere. Ci furono tante difficoltà. Mi ricordo soprattutto i play off, tre partite emozionanti». Quale è stata la gara più difficile? «Il ritorno a Sassuolo fu il passo decisivo. Ricordo il rigore parato all’andata, ma la seconda gara fu molto palpitante. Non posso dimenticare Varese, un’altra sofferenza. La traversa, la pioggia incessante, una serata da ricordare».
EMOZIONI – «Non ho mai vinto trofei o scudetti e quella promozione rimane la mia soddisfazione più grande. Non dimenticherò mai il ritorno in pullman dopo il successo nella finale, i tantissimi tifosi all’autogrill e la festa in piazza».
GARRONE – «Mi manca tanto, è davvero un signore, molto legato alla Sampdoria, umile e rispettoso. Mi ricordo che si era presentato come fosse una persona qualsiasi: ciao, piacere sono il presidente. Assieme a Saputo due modelli».
AMORE DEI TIFOSI – «L’ho capito quando sono tornato con il Bologna. Sono entrato in campo durante il riscaldamento prima della gara con i miei compagni ed i tifosi mi hanno chiamato e fatto i cori, è stata una delle più belle emozioni della carriera. Non mi considero un giocatore importante nella storia della Sampdoria, ma, in quel caso, ho ricevuto un riconoscimento superiore ai meriti. E’ stato bello salutare tutti, un momento speciale».
SIRIGU – «Ho cercato di rubare tanto da tutti e due, il primo era già nazionale e poi è diventato campione del mondo. Salvatore era azzurro a livello giovanile. Ad Ancona era partito male e così avevo giocato sempre io. Siamo ancora in buoni rapporti. Eravamo concorrenti, ma in modo leale, positivo».