2014

Da Costa: «Contento della fiducia attorno alla squadra. Mihajlovic…»

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Tutto sommato, anche lui sotto Mihajlovic è rinato: nel breve stint del nuovo tecnico blucerchiato, Angelo Da Costa ha già superato le clean sheet ottenute nelle prime dodici gare con Delio Rossi. E la società continua a nutrire fiducia nel brasiliano, come ha ribadito Osti qualche giorno fa: «Fa ovviamente piacere, ma io la vivo come la dimostrazione che il lavoro paga. Io mi sono sempre allenato duro, ho sempre pensato che solo in campo e in allenamento dovevo rispondere». In passato, la sfiducia generale non è mai mancata e forse l’ex Ancona ne ha sofferto: «Soffrivo come tutti i miei compagni, perché non riuscivamo a esprimerci come squadra – ribadisce Da Costa – Sapevamo che il valore della Samp era un altro, ma i risultati purtroppo non venivano».

Anche perché nel suo ruolo la fiducia è fondamentale: «Il portiere è tecnica e preparazione fisica, ma la cosa più importante per me è la testa. E per avere la testa, servono ovviamente serenità e fiducia». La Samp sotto Mihajlovic ha preso tre gol in cinque gare; sotto Delio Rossi, invece, ne ha subiti 22 in 12. Ci si chiede se il merito sia del nuovo modulo e della difesa a quattro: «Non credo sia un problema di moduli, ma di squadra e di testa. Il nuovo mister ha portato fiducia e fatto capire a ognuno di noi che potevamo fare meglio ruolo per ruolo – confessa il portiere della Samp – Se poi si prendono meno gol, non è solo merito del portiere, ma anche della difesa e della squadra che copre meglio. E’ un risultato di gruppo, mai del singolo». Sui gol che non vorrebbe più prendere: «I tre del derby. Era la partita più importante ed è stata una giornata tragica. Vorrei tanto tornare indietro e cambiarla».

Nonostante tutto, invece, non c’è una parata accolta con grande soddisfazione: «Le parate non sono così importanti, l’importante è uscire dal campo facendo un gol più degli altri. Puoi fare tutte le parate che vuoi, ma se perdi, è inutile. Viceversa, se vinci, significa che anche tu in porta hai fatto il tuo dovere – dice il brasiliano a “Il Secolo XIX” – Personalmente, se devo parlare di me stesso, tenevo molto a tenere la porta imbattuta per la terza volta di fila dopo le gare con Catania e Chievo. Purtroppo non ci sono riuscito con il Parma, mi è dispiaciuto parecchio». Sul gol di Lucarelli, il portiere blucerchiato si è arrabbiato, visto che i giocatori avevano visto un video e Mustafi non si sarebbe far dovuto bloccare, liberando il capitano del Parma: «Sì, stiamo studiando molto i video degli avversari e i risultati si vedono. Poi bisogna riconoscere i meriti all’avversario quando li ha».

Spesso, durante la sua carriera, Da Costa è riuscito a passare da secondo-terzo portiere a titolare. Forse c’è un piccolo segreto: «Si lavora tanto, senza pensare se sei il primo, il secondo o il terzo. Devi allenarti come se dovessi giocare la domenica e non farti mai distrarre dalle ansie. Io ho fatto così, non so se sia il segreto». Il suo amico Romero non sta giocando granché al Monaco: «Ci siamo sentiti un paio di volte ed è ovvio che mi dispiaccia per lui. Non sta giocando ma non per demeriti, si è trovato di fronte un portiere molto in forma (il croato Subasic, ndr) – racconta Da Costa – Ma Sergio ha grandi capacità, in Argentina lo conoscono bene e sono convinto che farà un grande Mondiale».

Arrivato nel 2008 dalla Serie B brasiliana, Da Costa ci racconta come è successo: «Grazie a una grande partita che con la mia squadra, il Santo André, giocammo e vicemmo a Salvador de Bahia, in trasferta. Finì 1-0 e feci bene. In tribuna c’era Oscar Damiani, che il giorno dopo mi chiamò, chiedendomi se mi interessava un’esperienza in Italia – ricorda l’estremo difensore della Samp – Per me era un sogno, non c’avevo sperato. Così arrivai prima al Varese in C, poi all’Ancona in B, quindi alla Samp. E’ andata così: un sogno che dura tuttora, ogni giorno». Brasiliani sugli scudi, con Renan a segno a San Siro ed Eder capocannoniere della squadra: «Sta girando bene. Per me Eder non è una sorpresa: io credo che lui possa essere il nostro uomo decisivo. Siamo molto amici, ma non conta, credo davvero che abbia grandissime qualità».

Il numero 23 della Samp ha postato una foto con Neymar, magari sognando il Mondiale: «Le qualità ce l’ha, nel calcio non si può mai sapere». Le punizioni di Mihajlovic sono proverbiali e ci si chiede se Da Costa abbia tentato di pararne una: «Ci ho provato, solo provato (ride, ndr). Sono micidiali, sul serio. Ha un tiro potente, ma la cosa difficile è capire dove finirà la palla. La traiettoria ti spiazza». A gennaio, potrebbe anche arrivare un quarto brasiliano (Amauri): «Prontissimi ad accoglierlo. Potrebbe venire all’allenamento con me, Renan ed Eder. Sull’auto il posto c’è…».

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