2014

Da Costa: «Contano i risultati: siamo salvi, merito rispetto»

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Per lui è previsto il riposo dalla partita di Catania, ma Angelo Da Costa la prende con filosofia. Del resto, il turn-over è tipico per una squadra ormai a fine campionato e con l’obiettivo stagionale – la salvezza – raggiunto da qualche settimana: «Vincenzo per me è un amico, ma non da oggi. Ma da quando sono arrivato alla Samp e lui mi ha fin da subito aiutato a inserirmi in questo ambiente unico e fantastico. Sono felicissimo: per me lui è un portiere fortissimo e ha una grandissima carriera davanti».

AMICI COLLEGHI – Lo stesso Fiorillo ha ammesso di aver imparato molto dal brasiliano: «Noi parliamo tanto, ci scambiamo consigli, mi fa piacere se la pensa così. Se sono riuscito a trasmettergli qualcosa. Anche perché sono un po’ più grande di lui – racconta il numero 1 blucerchiato a “Il Secolo XIX” – Spero che gli possano servire in futuro, perché sono convinto che diventerà uno dei portieri più forti d’Italia. E tutti noi portieri blucerchiati dobbiamo comunque ringraziare il nostro mister Andrea Sardini, ci ha preparati molto bene». La stagione si è chiusa con l’ennesima colpa sul gol di Icardi: «…non è stato un anno facile. Specialmente all’inizio di questo campionato siamo stati travolti dalle critiche, a ottobre ci davano per retrocessi».

LA STORIA SIN QUI – Da Costa sottolinea la risalita della Samp: «Invece non solo ci siamo salvati, ma anche molto prima di quanti potessero pensare. Abbiamo trovato la forza dentro di noi. Se quello che conta sono i risultati, beh, qualche merito a questo gruppo va riconosciuto. E questo mi ha fatto riflettere anche su di me». Il brasiliano si spiega meglio: «Da quando sono arrivato alla Sampdoria penso di non aver mai vissuto momenti facili. Il primo anno ho giocato le tre partite finali della stagione della retrocessione. Il secondo, 18 in Serie B, incluse un paio di decisive dei play-off. Il terzo, caratterizzato per me da una squalifica ingiusta che mi ha tenuto fuori un bel po’, dovevamo salvarci e l’abbiamo fatto. Il quarto, questo, ci siamo salvati e mi ha fatto piacere. Non ho mai goduto di tanto credito, ma ci ho sempre messo la faccia».

LAVORO E RISPETTO – Per questo, il portiere vuole ringraziare qualcuno: «Mi sento di ringraziare le persone che mi sono state vicine dentro la squadra, dirigenti e compagni, e fuori. Penso di aver fatto qualcosa di buono e so di aver commesso degli errori, ma guardandomi indietro penso di rientrare nella media del ruolo. Si può migliorare sempre e fare di meglio, però la storia delle mie stagioni dice che la Samp ha sempre raggiunto gli obiettivi. E per questo credo di meritare rispetto». La stagione è probabilmente finita: «Non è finita, mancano cinque partite. E voglio aiutare la squadra come ho sempre fatto. Non lo farò più dal campo, ma lo farò dalla panchina, cercando di dar forza a Fiorillo e a tutti i miei compagni».

IL FUTURO E LA LEGGEREZZA – Sul futuro, Da Costa fa il misterioso e tiene un profilo diplomatico: «Anche il mio futuro sono le prossime cinque partite. Devo lavorare per finire bene questo campionato con la Sampdoria. La coscienza è pulita e lo spirito è leggero, visto che la salvezza è già stata centrata – rammenta il brasiliano in chiusura di intervista – Perché i risultati sono quelli che contano».

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