2015
Da capitan futuro all’uomo invisibile: la parabola di Nenad Krsticic
Una volta questo titolo era toccato ad Andrea Poli, specie al suo ritorno dal prestito all’Inter. Poi oggi quell’epiteto l’ha ereditato Roberto Soriano, capace di portare la fascia al posto di Palombo. Inevitabilmente, però, quando si pensa a Capitan Futuro nell’ambiente blucerchiato, la mente corre a Nenad Krsticic. Oggi il serbo pare un corpo estraneo all’interno della Samp di Walter Zenga.
Eppure la sua storia con i colori blucerchiati direbbe ben altro. Cresciuto nel vivaio doriano, si è ripreso da una brutta malattia che gli è quasi costata la vita. Si è consacrato con la Samp, specie sotto la gestione Iachini. Dopo che Ferrara l’aveva provato da esterno, Delio Rossi l’ha rimesso a centrocampo. Mihajlovic l’ha coccolato, aspettato fino all’ultimo. Ma il rendimento di Krsticic nel 2014-15 è stato deficitario.
E non solo alla Samp, visto che il Bologna – dopo averlo prestito – non ha esercitato il riscatto che era previsto in caso di promozione. La risalita in A è arrivata, ma Krsticic è tornato a Bogliasco. Felice, intendiamoci. Non che al serbo non piacesse l’idea di tornare a casa. Il problema è che la felicità è durata poco, il tempo di un preliminare di Europa League.
Zenga infatti ha fatto partire Krsticic titolare nelle due gare contro il Vojvodina, dove l’ha schierato nel tridente d’attacco a Torino e da mezzala (e capitano) in Serbia. Poi in campionato non si è mai visto: quattro panchine, quattro volte in tribuna per gli infortuni. Nella Samp di oggi, Krsticic è l’unico giocatore di movimento disponibile – insieme a Bonazzoli e ai giovani Oneto e Serinelli – che deve ancora scendere in campo in Serie A.
Sempre a proposito di supereroi, oggi forse il paragone più tangibile per Krsticic è quello con l’uomo invisibile. A Bogliasco c’è e si allena, ma quando si tratta di campo, il suo nome non è mai nei ballottaggi. Nelle gerarchie di centrocampo è stato scavalcato da tutti, persino da Rocca, dal neo-arrivato Christodoulopoulos e dal giovane Ivan, uscito dalla Primavera da capitano.
Proprio come il serbo, di cui oggi si spera di tornare a vedere quel lato che l’ha fatto piacere a tutti i tifosi blucerchiati.