2012

Cuor di Capitano: Daniele Gastaldello

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«Sono arrivato nel 2007. Quattro stagioni le ho già fatte, fino al 2016 quante sarebbero in totale? Nove? Poche non sono. Per me è un onore immeso.» Queste le parole di Daniele Gastaldello proferite venerdì 18 marzo 2011 dopo essere salito al quinto piano della Torre B di Corte Lambruschini per prolungare il suo contratto con la Sampdoria.

Gastaldello non era ancora Capitano, la Sampdoria non era ancora retrocessa in serie B, anche se il cammino l’aveva già intrapreso. La fascia al braccio l’aveva ancora Angelo Palombo, che non era ancora passato in prestito all’Inter. Insomma sembra passato un secolo.

Poi la partita contro il Palermo, la condanna alla B, il progetto di Atzori e Sensibile che mettono subito in discussione Angelo Palombo. Il trasferimento all’Inter nell’ultimo giorno di mercato e per Daniele Gastaldello la fascia da Capitano.

E’ il pilastro della difesa e punto di riferimento per la squadra che, come abbiamo ripercorso in Un Anno di Samp, non si abbatte e conquista la serie A, anche grazie a lui. Con lui e grazie a lui la difesa cresce, il giovane Rossini afferma più volte che i meriti delle sue prestazioni vanno anche all’aiuto del Capitano. Ed è il Capitano che ci mette il cuore ma soprattutto la testa nella sera del 6 giugno 2012 quando, contro il Varese, nella finale di andata dei playoff sigla una doppietta che vale oro. Vale una porzione in Serie A.

Daniele Gastaldello uno che non molla e si sacrifica per la squadra. Uno che alla Sampdoria ci tiene: «Far parte della Sampdoria ancora per così tanti anni è un onore, un motivo d’orgoglio che ha inciso parecchio nella mia scelta. Quello di poter entrare nella storia di questa società, una società così importante, dal passato così glorioso, è stato uno dei miei pensieri fin da subito e pensare di vivere nove anni a Genova, con questa maglia addosso, è qualcosa di meraviglioso»

Parole che facevano e fanno bene al cuore dei tifosi sampdoriani per i quali verrà sempre prima la maglia, ma si rinnova continuamente la stima per chi la maglia la indossa con orgoglio.

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