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Crisi Sampdoria, Albisetti: «Tapparsi il naso e metterci i soldi»
Roberto Albisetti, sulle pagine de Il Fatto Quotidiano, torna a fare il punto sulla crisi della Sampdoria e il ruolo di Massimo Ferrero
Roberto Albisetti, sulle pagine de Il Fatto Quotidiano, torna a fare il punto sulla crisi della Sampdoria e il ruolo di Massimo Ferrero.
OSTAGGIO – «La società è ostaggio di un azionista insolvente e oggi chi comanda sono le banche, che vogliono minimizzare le perdite per i prestiti al debitore in crisi. La sventura di Ferrero si abbatte per proprietà transitiva sulla Sampdoria. Il grosso problema è la commistione delle attività private del signor Ferrero, tutte in difficoltà, con la sopravvivenza finanziaria asfittica della Sampdoria che dura da quattro anni. Ci vuole un deus ex machina che venga, si tappi il naso e ci metta i soldi».
BOND – «Soluzione fantasiosa, perché per la controparte è un rischio troppo alto e la reputazione del signor Ferrero pesa. Senza contare che le azioni date in garanzia oggi valgono una frazione rispetto all’anno scorso. I creditori delle sue società insolventi e quelli della Samp non gli daranno più credito, anche garantito dalle azioni. Molti di loro vogliono prendersi a basso prezzo gli immobili delle sue due società, che pensava di mantenere quiete con la promessa dei proventi della vendita della Samp».
PECUNIA – «Da tifoso della squadra blucerchiata dico che nessuno ci regalerà il salvataggio della Sampdoria, perché dal 2019 nessuno è riuscito a convincere Ferrero a farsi da parte per salvare il prestigio della società. Pecunia docet. Per questo ho sempre detto e ribadito che, obtorto collo, qualcosa sul tavolo deve rimanere anche per il signor Ferrero».